Francesco Italiani, ballerino, coreografo, cantante che ha calcato i palchi più importanti del mondo lavorando coi migliori artisti teatrali, è il Tony Manero del “Saturday Night Fever” in scena da questa sera al Teatro Nuovo di Milano per girare poi di nuovo per tutta Italia. Un personaggio intrigante da interpretare il suo, che vive una vita “misera” durante il giorno e si scatena di notte, come capita di fare ancora oggi a molti ventenni. Siete curiosi di sapere qualcosa in più di Francesco Italiani? Gli abbiamo fatto qualche domanda approfittando di una pausa tra le prove dello spettacolo che sta preparando come sempre meticolosamente.
Francesco quanto c’é di Tony Manero in Francesco Italiani?
Ci sono alcune cose e altre no. Con il regista Claudio Insegno abbiamo ricercato molto il Tony Manero nell’interpretazione di John Travolta che era fantástica perché aveva proprio azzeccato il personaggio: quindi abbiamo cercato di evocare quel tipo di personaggio, di quel ventenne, di situazione di quel periodo anni ‘70. Di Francesco Italiani c’è comunque molto dell’atteggiamento di Tony nell’andare in giro: un po’ di spavalderia che del resto fa anche parte del mio lavoro, ma tante cose le ho dovute ricercare insieme a Claudio Insegno per interpretare al meglio il personaggio.
La sceneggiatura rimane fedele all’originale di John Travolta quindi?
Sí, é fedele all’originale, con delle novità. Alcune musiche nel film non ci sono, come una canzone che canto io dopo che litigo con mio padre che nel film non c’era, ma le cose più importanti ci sono tutte. Il medley finale che dura cinque minuti con tutto il pubblico che canta insieme a noi è sempre molto bello, anche perché le musiche sono sempre veramente coinvolgenti. Questo è il terzo anno, dopo due anni di tournee di grande successo sono cambiati alcuni personaggi del cast: è tornata la madre del primo anno (Alessandra Sarno), è cambiato Double J che sarà Simone De Rose, Bobby è Giacomo Marchesini. Abbiamo fatto le prove e ora siamo prontissimi per un bel debutto.
Cos’é per Francesco Italiani il teatro?
Il teatro è vita, è l’illusione di tutto ciò che è nella vita. È una delle cose più belle perché consente all’artista di avere la libertà di esprimersi e di essere ciò che vuole: è come l’uomo dai mille volti, perché l’artista si deve immedesimare in una parte, in un personaggio e può essere libero di interpretarlo come vuole. In realtà è un illusione perché non è reale ma cerchiamo di far rivivere la realtà attraverso un’illusione stupenda.
Quindi non c’è la realizzazione di un sogno attraverso l’arte del teatro?
Già fare teatro e farlo ad alti livelli come ho avuto la fortuna io come altri colleghi di calcare palchi importanti è un sogno, perche è il sogno che tu volevi da ragazzo e perché quando sei in scena e ricevi l’applauso del pubblico è un sogno che si avvera. E questo sogno si alimenta sempre e non si ferma mai. Non si è mai arrivati perché in questo lavoro come in altri c’è sempre una scoperta nuova, una curiosità nuova che ti porta a una crescita lavorativa e interiore, è un lungo sogno.
Chi sono i tuoi maestri nel teatro?
Io sono cresciuto con i film in bianco e nero che mi facevano vedere i miei nonni: Charlie Chaplin, Totó, le maschere napoletane. Sono cresciuto con gli ideali di persone legate al passato che non avevano mezzi ma possedevano una grande fantasia con cui hanno saputo inventare il teatro che facciamo ancora oggi.
Cosa rappresenta per te recitare in una piazza importante come Milano?
In scena cerco sempre di essere il più preparato possibile, ma Milano è molto difficile perché è una piazza abituata al teatro e quindi anche molto critica, come Napoli. Per questo non sono molto tranquillo ma sono convinto come l’anno scorso che andrà bene, lo spero almeno, la certezza non si ha mai di nulla.
Sono sicuro andrà benissimo e ti facciamo allora il più grande in bocca al lupo!
Viva il lupo!
Massimiliano Beneggi
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