Jerry Calà come Merleau-Ponty. Lo show è il ritorno a un passato che fa bene all’anima. E un omaggio a Vanzina…

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Ancora una volta è un immenso Jerry Calá quello che riempie il Teatro Nuovo di Milano con il suo spettacolo “Non sono bello ma piaccio…Restyling” che ora porterà in giro per l’Italia. Un vero e proprio concert show di due ore in cui Jerry intrattiene il pubblico con canzoni anni ‘60 (soprattutto), ‘70, ‘80 e ‘90, ma stavolta c’è spazio anche per un omaggio all’amico Tommaso Paradiso che, dice Calà, l’ha ufficialmente autorizzato a cantare “Riccione”, il tormentone dell’anno scorso. E del resto chi meglio di Jerry Calà, che ha sempre saputo fare dell’estate non una stagione ma uno stato d’animo presente anche nei suoi leggendari film quando anziché essere ambientati al mare erano sulle montagne di Cortina, potrebbe cantare l’inno delle estati romagnole? Da “Abbronzatissimi” fino a “Sapore di mare” senza tralasciare il primo celebre “Vacanze di Natale”, Jerry Calà è sempre stato un protagonista di film che facevano incassi superlativi al botteghino e che vengono ancora oggi replicati con successo costantemente, ma Jerry è molto di più di un attore: é varietà, musica, cabaret, è intrattenimento puro, e il Nuovo diventa un villaggio vacanze.

In “Non sono bello ma piaccio”, versione restyling con una scaletta modificata, canzoni e battute nuove, fa un vero e proprio excursus della storia della musica italiana dagli anni ‘60 a oggi cominciando con una celebrazione stile messa per i fedeli di Lucio Battisti. L’unicitá di questo formidabile è sorprendente show sta nel coinvolgimento di un pubblico di ogni età che si alz in piedi e canta con Jerry le canzoni di Patty Pravo, Pooh, Cutugno (con una versione aggiornata de “L’Italiano” che ora anziché avere l’autoradio nella mano destra ha la parabola di Sky sulla finestra), Ricchi e Poveri. Omaggi ai compianti Califano, Jannacci, Little Tony: il tutto con battute divertenti come nello stile di Jerry e dei Gatti di Vicolo Miracolo con cui iniziò anni fa, e che vengono anche qua ricordati con “Capito” e “Prova”. Aneddoti, simpatia, emozioni, ma tantissimo professionismo coadiuvato da un’orchestra eccezionale capace di fare di medley e dei passaggi di canzone in canzone che solo i grandi musicisti si possono permettere. Si passa così da Gino Paoli a Jovanotti in un attimo senza che ci si accorga, e la serata vola via con le note anni ‘80 immancabili di “I like Chopin” e “Maracaibo”.

Una serata nostalgica ma non malinconica: quella nostalgia, vorrei osare, di cui parlava anche il filosofo Merleau-Ponty nel senso di un riconoscimento di qualcosa che si credeva perso e che invece c’è da sempre con la nostra anima. E se tutto questo è possibile farlo tra irresistibili battute su peli pubici ormai scomparsi col re dei tormentoni (da “libidine” a “ocio”) e canzoni indimenticabili che trasformano il Nuovo di Milano in una grande sala di amici che scordano per due ore lavoro e problemi quotidiani per tuffarsi in una bellissima festa revival, vuol dire che questo riconoscimento fa veramente bene all’anima. Un passato che torna per farci vivere consapevolezza e apertura all’innovazione della musica e del cabaret: ma le cose belle non moriranno mai. Come Carlo Vanzina, a cui viene dedicato lo spettacolo che si fa denso di commozione sul momento dell’omaggio al regista scomparso pochi mesi fa. Uno spettacolo quindi…fa libidine! 

Massimiliano Beneggi

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