Quest’anno Sanremo Giovani sarà una gara a sè stante, da cui emergeranno poi i due che parteciperanno di diritto tra i Big. Non una assoluta novità, come detto, ma senza dubbio qualcosa di insolito nella storia del Festival, che fino al 1983 ha sempre mischiato le due categorie, pescando da Castrocaro le Nuove Proposte musicali. Le categorie restavano divise fino alla finale, quando poi, a seguito di eliminazioni che non risparmiarono nemmeno il plurivinicitore Claudio Villa (impostosi per gareggiare tra i Giovani nel 1981), si contendevano tutti insieme il titolo. Qualche volta andò veramente di lusso, come nel caso della Cinquetti che vinse con Non ho l’età a soli 15 anni, a tante altre meteore andò un po’ meno bene. Da oggi riprenderemo allora la storia di Sanremo Giovani dal 1984 ad oggi, ovvero da quando Ravera decise di dare agli emergenti un concorso a parte, parallelamente alla gara dei cosiddetti Big.
I Giovani in gara nel 1984 sono 16, ascoltate nella seconda serata del Festival dedicata tutta a loro, il 3 febbraio, che vengono poi scremati della metà per la serata finale dal voto di una giuria demoscopica di 500 ragazzi. Emergono cantanti e brani che faranno la storia: Marco Armani debutta con Solo con l’anima mia, Flavia Fortunato incanta con la sua voce interpretando Aspettami ogni sera. I due arrivano rispettivamente al secondo e al terzo posto. È l’anno di Fabio Vanni che porta all’Ariston Lei balla sola, che una decina di anni dopo avrebbe ricantato anche Fiorello nel suo album Spiagge e lune, e dei Canton che interpretano una canzone della coppia Schiavone-Ruggeri, la psichedelica Sonnambulismo. Non arriva in finale la bellissima Acqua alta in piazza San Marco scritta e cantata da Giampiero Artegiani, che si rifarà con gli interessi quattro anni dopo trionfando da autore tra i Big con Perdere l’amore. Ma la prima edizione ufficiale di Sanremo Giovani rimarrà nella storia per avere consegnato alla musica uno degli interpreti più celebri nel mondo: l’inno all’ottimismo, al futuro migliore e alla crescita personale lo canta infatti Eros Ramazzotti, che si impone al primo posto con Terra Promessa. È l’inizio di una storia importante (che, guarda caso, sarà il titolo del suo brano l’anno successivo tra i Big). A condurre quell’edizione, Pippo Baudo: quando ci sono grandi talenti che emergono, lui in qualche modo c’è sempre.
Stesso sistema di voto viene utilizzato nel 1985: la giuria demoscopica può dare un voto da 1 a 3 a ogni canzone. A vincere di un solo punto su Miani è la meteora Cinzia Corrado, che canta Niente di più. Un’edizione che per i Giovani finisce nel dimenticatoio, con le eliminazioni degli Champagne Molotov di Luigi Schiavone che cantano Volti nella noia e di Mango, mai fortunato in riviera, che canta Il viaggio. Cristiano De André non va oltre il quarto posto nel suo debutto con Bella più di me. A condurre sempre Pippo Baudo.
Si deve andare al 1986 per vedere il trionfo di Lena Biolcati, che ci aveva già provato l’anno prima senza successo: nell’anno dei mondiali di Maradona, la sua Grande grande amore si impone davanti a La nave va di un giovanissimo non vedente prodotto da Giancarlo Bigazzi, Aleandro Civai, che si fa chiamare Aleandro Baldi prendendo il cognome della madre. Ci vorrà qualche anno prima che abbia la sua vera consacrazione. Stavolta la giuria si accorge di Artegiani e la sua dolcissima E le rondini sfioravano il grano, sulla falsa riga del brano di due anni prima, arriva al terzo posto. I Giovani in gara sono 14 (7 arrivano in finale: non arriva alla serata di sabato Paola Turci, debuttante con L’uimo di ieri, ma anche per lei la rivincita è vicina. A condurre Loretta Goggi.
Siamo nel 1987, al Festival torna Pippo Baudo, in rotta con la Rai dopo avere litigato con la dirigenza un mese prima: si passa da tre a quattro serate, ed è la terza serata quella dedicata completamente ai 16 Giovani, 8 dei quali si sfidano per il primato la sera dopo. A votare 500 persone interpellare telefonicamente da una società specializzata in indagini demoscopiche. Paola Turci viene scartata per il secondo anno consecutivo dalla rosa dei finalisti, dove invece troviamo una cantautrice calabrese profonda e con una voce graffiante: Mariella Nava, che arriva quarta con Fai piano. Si nota di più la meteora Niki con Straniero (secondo posto) che la futura direttrice d’orchestra Andrea Miró, quarta con Notte di Praga. A vincere è un timido cantautore romano di grande influenza vendittiana: La notte dei pensieri è scritta e interpretata da Michele Zarrillo. Enrico Cifiello è un dodicenne che canta Un bacio alla mia età: non sono ancora anni in cui vanno di moda trasmissioni musicali con bambini prodigio al di fuori dello Zecchino d’Oro, e il suo quinto posto è già un traguardo impensabile. Briciole di pane è la canzone del gruppo Future, che arrivano terzi.
1988, ultimo Festival di Ravera, quello vinto da Ranieri tra i Big. Le 16 Nuove Proposte sono spalmate nelle prime due serate, la terza serata è una semifinale, il sabato la gara con le 4 canzoni rimaste in gara dopo le eliminazioni è parallela a quella dei Big. A vincere proprio i Future, con la canzone Canta con noi, che l’anno successivo diventerà la sigla finale del Festival di Sanremo e vede tra gli autori anche uno dei fratelli Reitano. Al secondo posto il giovane Stefano Palatresi, già noti al pubblico per la sua partecipazione a Quelli della notte con Arbore. Le giurie però non si accorgono di due artisti che tutto il resto dell’Italia apprezza: Mietta, che canta Sogno, e Biagio Antonacci che porta Voglio vivere in un attimo, non arrivano nemmeno alla semifinale. La Giorgia, anche lei subito eliminata, con Io con te, non è quella che qualche anno dopo farà impazzire con i suoi vocalizzi, ma è comunque già famosa al pubblico: si tratta di Giorgia Fiorio, interprete del film Sapore di mare con Jerry Calá. Voce grintosa stile Nannini, l’intonazione non è il massimo, ma la canzone sarebbe stata anche piacevole. Oggi è un’affermata fotografa. Scartato dalla semifinale anche Bungaro che interpreta Sarò forte, mentre arriva stavolta oltre la prima selezione, ma non comunque alla finale, Paola Turci con Sarò bellissima. L’anno dopo, sarà tutta un’altra storia, che vi racconteremo domani.
Massimiliano Beneggi