La Lega propone una legge curiosa: le radio dovrebbero trasmettere per almeno un terzo della loro programmazione, brani italiani. Vale a dire che ogni tre canzoni, una deve essere italiana. Questo perché la nostra musica possa essere conosciuta e diffusa, in quanto l’ultimo Festival di Sanremo ha dimostrato come le lobby e gli interessi politici abbiano la meglio su quelli che dovrebbero interessare di fatto l’arte. Non ci occuperemo mai di politica su questo sito, vanno fatte le dovute valutazioni però di fronte a qualcosa che non dovrebbe interessare il Parlamento, e dove non ci dovrebbero essere ingerenze. Questo articolo quindi parlerà unicamente di musica.
Facciamo chiarezza, Soldi, per quanto brutta, è una canzone italiana, che avrebbe il diritto di essere considerata come tale anche una volta che dovesse passare questa proposta di legge. Che il voto della giuria di qualità sia stata una risposta alle insinuazioni di qualcuno che dalla politica aveva attaccato Baglioni questo è senza dubbio vero, ma forse con questa proposta si sta cercando di mettere nel calderone un po’ tutto facendo un gran minestrone che destabilizzerebbe le radio. Da sempre chi vuole ascoltare la musica italiana ha le sue frequenze da potere ascoltare, e chi preferisce quella straniera può rivolgersi altrove. Speriamo non vi sia alcun seguito a questa smania di apparire con proposte di legge che anziché salvaguardare il Paese lo farebbero retrocedere. La politica si occupi di altre cose, per la programmazione musicale e della loro promozione ci sono altri canali, e noi per primi -che parliamo sempre di musica italiana e di giovani- intendiamo essere liberi di promuovere quello che riteniamo più opportuno, non per un’imposizione dall’alto. Questa omologazione significherebbe snaturare tutti i network e i media, compresi quelli basati sulla musica italiana.
Insomma continuano le polemiche inutili contro il Festival di Sanremo e Claudio Baglioni. Ma perché tutta questa invidia e questo astio per una kermesse che ci ha regalato negli ultimi anni tanti nuovi talenti?
Pare evidente che dai piani alti si voglia cambiare la direzione artistica, ma in assenza di motivazioni di spettacolo -bassi ascolti, poche vendite di dischi- si cercano a tutti i costi delle buone ragioni perché questo cambio della guardia sia dovuto. E dal canto suo Baglioni, che fino a un mese fa non ci pensava, ora non si sbilancia più sulla sua presenza o meno l’anno prossimo. Non intende fare nessun braccio di ferro, però, solo puntualizzare giustamente di avere qualche merito nella riuscita dei due Sanremo organizzati da lui.
Massimiliano Beneggi