In una visione quasi pirandelliana che ci vuole tutti attori sulla grande scena della vita, Michele Placido e Anna Bonaiuto sono i protagonisti, unici personaggi, di Piccoli crimini coniugali, al Teatro Manzoni di Milano fino al 14 aprile. Una coppia che ha sempre taciuto i problemi e le insofferenze per evitare la crisi che farebbe male a entrambi, si ritrova a dover fare i conti con un incidente domestico che costringe lui a una perdita di memoria. Probabilmente gioca su questa amnesia, o più possibilmente comprende di essere vittima del gioco della moglie che prova a plasmarlo secondo le proprie inclinazioni, in ogni caso a un certo punto esplode la sua pazienza e con questa saltano gli equilibri fino a quel momento rimasti intatti perché non toccati da nessuno dei due. E così lui, giallista convinto che in una coppia resiste di più chi per primo uccide l’altro, si sente coinvolto in un perverso e diabolico disegno della moglie che, al contrario, sta solo cercando di smussare gli angoli e sdrammatizzare le lacune coniugali di lui, ossessionata dall’idea di potere essere tradita. Uno straordinario ping pong di battute sarcastiche e paure di perdersi che trasformano via via la coppia negli anni trascorsi. I due si devono scoprire in una vita che li vede ripartire da zero come due sconosciuti, ma in fondo non è poi molto diverso da quando, prima dell’incidente, i due non si parlavano fingendo di stare bene.
Ipotesi e silenzi non aiutano le coppie, e l’apparenza di coppie normali che si comportano da perfetti sconosciuti emerge in tutta la sua limpidezza con una amnesia che più che confusione mentale comporta la necessità di ripartire da zero, con un coinquilino con cui non si condividono sentimenti.
Placido è un maestro di teatro, ironico e pungente, la Bonaiuto convince ancora di più e dá maggiore ritmo a una commedia rallentata anche dall’assenza di altri personaggi. L’accoppiata è in sintonia, funziona bene e mette a confronto con una quotidianità molto comune e a cui raramente si fa caso nell’incessante cambiamento delle nostre giornate governate dalla Sovrana Abitudine. La platea piena del Manzoni apprezza e annuisce continuamente: tra stereotipi e realtà, le situazioni casalinghe sono sempre le più viste e vissute. E, per questo, trovano sempre la possibilità di una soluzione, che anche stavolta il teatro è in grado di suggerire: basta consocersi e accettare i propri difetti per vivere in sintonia con l’altro, con la volontà di una continua costruzione. Il dialogo, evitando gli eccessi, porta sempre a un miglioramento della vita di coppia. Fiducia, ironia e complicità, invece, ne garantiscono in assoluto la continuità. La coppia perfetta non esiste, una volta accettato questo assioma si può raggiungere la perfezione.
La battuta più bella è della Bonaiuto: “Queste tu non le chiami briciole di pane, ma lacrime. E così tra letto e divano siamo sommersi dal dolore”.
Massimiliano Beneggi