“Colpo di scena”, dal Manzoni la denuncia sociale di Buccirosso

Dov’è che l’etica si può scontrare con la morale? Che ruolo possono giocare i valori in un Paese dove la legge è spesso sbagliata e l’onestà può emergere solo attraverso giri complicatissimi che portano a un esaurimento delle energie e delle forze umane? Carlo Buccirosso e la sua nutrita compagnia (Gino Monteleone, Gennaro Silvestro, Peppe Miale, Monica Assante di Tatisso, Elvira Zingone, Giordano Bassetti, Fiorella Zullo, Matteo Tugnoli, Roberta Gesuè) hanno debuttato ieri sera al Teatro Manzoni di Milano con il nuovo spettacolo Colpo di scena, inizialmente previsto per il prossimo anno, dando vita a una delle commedie più belle e riflessive della stagione.

Ci si diverte, con la risata talvolta strozzata a metà nella grottesca storia del vice questore Piscitelli, uomo integerrimo, per nulla disposto a scendere a compromessi, vero maestro per ogni poliziotto del suo commissariato. Ha ironia da vendere Piscitelli, che non risparmia nessuno col suo sarcasmo dietro a cui si nasconde una vita privata che non vuole raccontare, ma evidentemente con qualche irrisolto di troppo. Quando viene finalmente arrestato Donnarumma, il maniaco seriale che insegue da tempo, contro cui manca però una reale denuncia sporta dalle vittime, ricattate e impaurite, Piscitelli capisce che è arrivato il momento di mettersi in mezzo in prima persona per cercare di convincere chi ha subito la violenza a uscire dal cerchio di vergogna che consente al delinquente di rimanere a piede libero. Una di queste vittime è la neurologa del padre di Piscitelli, ex colonnello malato di Alzheimer ora residente in una casa di montagna dove è accudito da una simpatica quanto esuberante badante rumena che talvolta fatica a badare persino a se stessa. I poliziotti del commissariato napoletano si recano nella casa di montagna per una retata organizzata dal loro superiore, che ha messo a punto una trappola ai danni del suo acerrimo rivale, che ormai sembra conoscere talmente bene da prevederne ogni mossa. Tra spari, sorprese e misteri, Piscitelli si trova praticamente da solo a dover decidere come comportarsi con un plotone di poliziotti che sembrano usciti da un film di Totó e Peppino. C’è di tutto infatti in quella squadra: il ruffiano frustrato da una carriera mai esplosa, i due giovani volenterosi e diligenti ma non sempre perfetti, l’imbranato e ingenuo ragazzotto che forse non è propriamente destinato a un futuro da poliziotto, e una simpatica e attenta collega che nutre un amore nemmeno troppo nascosto per Piscitelli. Sono loro a dare vita a una serie di gag esilaranti in una storia che tiene col fiato sospeso e cresce fra tantissimi imprevisti fino all’ultimo incredibile colpo di scena finale.

Buccirosso si presenta per la prima volta in abbonamento al Manzoni con uno spettacolo nato solo a novembre, confezionato alla perfezione in ogni minimo dettaglio: scenografie bellissime di Gilda Cerullo e Renato Lori, con effetti speciali di Simone Petrella, assolutamente inediti per il teatro, battute serrate che solo il dialetto napoletano (assolutamente comprensibile) sa esprimere con efficacia e pienezza di immagine, ma soprattutto una vera storia di denuncia da un palcoscenico come quello del Manzoni che ancora una volta lancia un messaggio che scava nella profonda lacerazione della società. Valori come la complicità, l’onestà e la famiglia, a capo della quale c’è ancora -a suo modo- un padre che nella sua malattia sa osservare con gli occhi incuriositi e l’intuizione di un bambino, vengono a galla tutti in questa bellissima commedia.

Gli attori sono tutti perfetti in ogni loro singolo ruolo, e la platea applaude lungamente non solo il protagonista, visibilmente soddisfatto e commosso per aver portato a teatro una storia meravigliosa. Come al solito l’ironia parte dal basso per elevarsi, come al solito usa certi personaggi per pungere i cosiddetti potenti, quelli che non pensano a punire i colpevoli, forse perché lo sono loro stessi. Come al solito, ma in questo caso in maniera decisamente più convinta e convincente del solito. Buccirosso raggiunge una maturità artistica di grandissimo livello, e Colpo di scena fa trascorrere più di due ore di spettacolo con ritmi entusiasmanti in cui ci si diverte e ci si appassiona. Si ride a metà, perché prima di tutto il rispetto per le donne, la famiglia, i sacrifici e l’onestà ci fanno sentire umani, e se questi vengono intaccati ne nasce una inevitabile reazione di rabbia, che si percepisce dagli umori del pubblico. Le musiche di Paolo Petrella alla fine sottolineano emozionando il dramma di una situazione sociale che ci fa pensare che, troppo spesso, le cose non vanno come dovrebbero e come una società civile come quella italiana dovrebbe legittimamente aspettarsi.

Fino al 26 maggio, al Manzoni una delle migliori performance della stagione.

Massimiliano Beneggi

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