Questa sera alla Centrale dell’acqua di Milano, in collaborazione con il Teatro Out Off, Elena Callegari sarà in scena per il primo dei quattro spettacoli gratuiti fino ad esaurimento posti. Il ciclo Liquida- poesia e musica prende così il via. La Gilda del Mac Mahon, scritto da Giovanni Testori, rappresenta così un evento importante per tutta la zona. I posti stasera sono esauriti. Per partecipare ai prossimi eventi bisogna accreditarsi sul sito www.centraleacquamilano.it.
Qui sotto la trama raccontata nel comunicato stampa ufficiale.
Testori è l’inventore di una straordinaria saga “neorealista” sulla storia intima e privata della Milano degli operai e proletari degli anni Cinquanta. La Gilda del Mac Mahon è uno dei suoi racconti più significativi. Gilda ha un cuore grande come una casa, si innamora di Gino, un balordo, e per lui si spende davvero con amore e devozione. Al punto che quando lui viene condannato per ricettazione di refurtiva, Gilda si prostituisce per farlo uscire dal carcere. Ma Gino non ricambia con lo stesso amore e la stessa devozione perché i “buoni costumi” lo vogliono accanto a una donna “onesta”. Siamo nel 1959. Gilda è una prostituta milanese che, “lavora” in via Mac Mahon, alla periferia nord di una Milano che cerca a fatica di riprendersi dopo la guerra. E, come vogliono le storie delle prostitute di quei tempi, ben lontane dalle “escort” corazzate di silicone e carrierismo che fino a qualche tempo fa sfilavano nei Palazzi del Potere, Gilda diventa il simbolo di un mondo dove i “dannati” vengono salvati dal loro stesso sforzo di sopravvivere al destino: “omnia munda mundis” diceva Sant’Agostino, ovvero tutto è puro per i puri. Gilda: potrebbe essere qualunque donna annientata dall’amore per un uomo che la sfrutta e non afferra la grandezza d’animo di un essere umano in cerca di riscatto e redenzione. Gilda: che con il suo nome – ispirato al film interpretato dall’ “atomica” Rita Hayworth – cerca di allontanare da sé l’amarezza di una condizione atroce. Gilda: che attraverso il cinematografo lenisce la sua sofferenza quotidiana, abbandonandosi a un mondo di sogno. Solo le luci del varietà riescono, per un attimo, a lenire il grigiore di una periferia che offre ben poco ai suoi fremiti. Ambientato tra società ciclistiche, palestre di boxe, immensi caseggiati, il racconto ha come sfondo anche il mondo dorato della rivista e della commedia musicale di cui Testori fu sempre un grande ammiratore. E riesce così a ridestare in noi con leggerezza la memoria storica di una Milano (via Mac Mahon, il Ponte della Ghisolfa) e di un paesaggio umano che, attraverso il suo racconto, il nostro autore lombardo ci sollecita a non dimenticare.
Comunicato stampa ufficiale