Se il buongiorno si vede dal primo spettacolo, la rassegna di ConFini Comici che si sfideranno in questa stagione al Teatro San Babila di Milano promette di essere una delle più gustose ed esilaranti kermesse di risate e divertimento.
Ieri sera sala completamente piena ad applaudire Leonardo Manera, autentico poeta della comicità che racconta la sua vita con il suo stile rapido e la ricchezza di informazioni che sforna in breve tempo. Un racconto a partire dalla sua infanzia a Salò, città in cui, ipotizza il comico, si festeggia Santa Lucia perché il vestito rosso di Babbo Natale non si allinea con la storia della repubblica sociale di Mussolini.
Il primo amore, questo il titolo del one man show sotto la regia di Marco Rampoldi. Tanti scatoloni che disegnano sul palcoscenico un apparente disordine, sistemato da Manera passo dopo passo di questo divertente spettacolo: dietro a ciascuna scatola c’è una parola, dalla libertà all’amore, passando per la solitudine, la passione, il coraggio e chi più ne ha più ne metta. Il pubblico mentre ride può intimamente prendere coscienza di quello che racconta Leonardo e assimilarlo per chiedersi quale sia la parola che gli appartiene di più.
Non mancano i personaggi tanto amati, fatti conoscere a Zelig: dal clown fino al bresciano Peter. Sul ventriloquo, prima caratterizzazione inventata nel 1996, Manera è irresistibile persino a se stesso: il pubblico ride, e lui non trattiene il suo divertimento ridendo spudoratamente proprio come si fa quando non si può ridere. Quando c’è ancora più gusto ed è bello farlo nell’ambito proibito.
Manera che chiede al padre esperto in bricolage di riparare la macchina, che apprende tutta l’ansia possibile dalla madre fino a quando si sposta sul campo sessuale e lì si apre un mondo. Ma è sulla fede che Manera sfodera la sua battuta migliore: “Non ho mai avuto un grande rapporto con la religione, in particolare non ho mai capito quando si dice Confesso che ho peccato in pensieri -tutto quello che penso-, opere -tutto quello che faccio-, omissioni -ovvero anche per qualunque cosa non abbia fatto io ho peccato, sono una merda”.
Due ore di spettacolo iniziate con una lettera emozionante di speranze per il figlio, a cui vorrebbe potere regalare il futuro migliore e per cui si preoccupa di fornirgli tutti gli strumenti necessari. Due ore veloci e divertenti che fanno venire voglia di seguire tutta questa comicità, esclusiva di quest’anno al Teatro San Babila. Stasera il secondo appuntamento con Sergio Sgrilli in Ci sono molti modi.
Massimiliano Beneggi