Gigi Sammarchi e Andrea Roncato: due amici, che hanno fatto della voglia di fare ridere la loro professione. Lanciati artisticamente da Francesco Guccini che permise loro di esibirsi in un locale, furono quindi chiamati ad affiancare Sandra Mondaini prima a teatro e poi in televisione. Oggi, a distanza di 40 anni, rimangono una coppia comica straordinariamente rara, che per questo motivo è diventata un autentico cult italiano.
Ieri sera al Teatro San Babila di Milano è andato in scena il primo dei due appuntamenti di questa settimana con ConFini Comici, che ha visto appunto la coinvolgente serata dei due attori bolognesi: Che ci dò che ci dò che ci dò è il loro coinvolgente show in giro per l’Italia.
È Andrea stesso ad accogliere il pubblico all’ingresso: piccoli gesti che fanno grande un uomo e vero un artista. Tanto ritmo, battute a cui non siamo più abituati in televisione, doppi sensi mai fastidiosi. “Guarda Milano!”, dice Andrea a Gigi, che subito gli osserva il deretano. “Come si chiamava l’aereo con il becco in giù? Il pubblico te l’ha suggerito, te l’ha proprio messo in bocca”. Risponde Andrea: “Non mi sono nemmeno reso conto”.
Roncato, di famiglia non completamente Cattolica ‘perché il padre è di Riccione’, è il solito viveur che ama ‘la bella robina, la passerona’. Gigi, colpevole, a dire del compare, anche del nome poco altisonante (‘Andrea è un nome importante, c’era anche Andreotti, c’è mai stato Gigiotti?’), è il compassato che usa un linguaggio ricco ed edulcorato e che ama il teatro shakespeariano e la storia. Irresistibile lo sketch con cui Gigi convince Andrea di essere Ulisse: tra pugne e conquista di Troia, i due possono spaziare nel loro modo di fare comicità pura. E ovviamente immancabili la mamma, racconti dei numerosi film che li videro protagonisti negli anni ’80, e persino battute attualissime su Sanremo e sul coronavirus.
Gigi e Andrea divertono e la loro interazione col pubblico li costringe anche a una improvvisazione di cui non sono capaci tanti giovani comici. Quarant’anni fa Gigi e Andrea seguivano le orme di mostri sacri della comicità come Cochi e Renato, Sandra e Raimondo, Ric e Gian; oggi sono diventati loro stessi i modelli da imitare nel filone di una tradizione comica che non è di una volta, ma semplicemente autentica senza orpelli né scenografia che parlino più dei protagonisti sul palcoscenico. Sono i veri numeri uno della risata, quelli che non sbagliano un colpo illuminando per due ore i nostri sorrisi e ci fanno sentire a casa solo vedendoli in faccia.
Il Teatro San Babila questa sera ospiterà il giovanissimo Davide Calgaro: naturalmente sempre con il solo obiettivo di divertire e distrarre la mente dalla quotidianità dopo la giornata di lavoro. Questa è la forza ineguagliabile del teatro, nella sua familiare capacità di divertire ed empatizzare col pubblico come hanno fatto ieri sera due maestri del cabaret, e quest’anno il San Babila ha saputo interpretare meglio di sempre la necessità del pubblico di rilassarsi senza pensieri, ovvero…ConFini….Comici!
Massimiliano Beneggi