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Siamo tutti d’accordo: qualcosa sta cambiando. Non conosciamo con esattezza quali saranno i tempi e le conseguenze di questo delicato periodo storico; non sappiamo dare un volto al nemico contro cui dobbiamo affrontare questa guerra anomala. Nel mare di incertezze, però, abbiamo la sicurezza che qualcosa stia cambiando e che quando tutto questo sarà finito, saremo in qualche modo migliorati. Se saremo bravi a fare tesoro di quello che stiamo scoprendo. Stiamo imparando a eliminare il superfluo, a vivere la nostra casa comprendendo che solo all’interno di essa possiamo bastarci da soli; stiamo imparando ad amare i sorrisi dei vicini di casa con cui non vediamo l’ora di tornare a parlare della pioggia o del sole in ascensore. C’è qualcosa di positivo nell’aria, per cui abbiamo riscoperto i valori di un’umanità che merita di vivere liberamente. E che, fino all’altro ieri, si lamentava di fronte a qualunque cosa pur vivendo nel lusso. Forse, alla fine della quarantena, sorrideremo più di prima perché quando si respira la vita, non si capisce perché il mondo pianga. È arrivato il momento di farlo senza nascondere la testa sotto la sabbia, ora che il virus ci ha dato gli strumenti per evitare inutili lacrime.
L’attualità ci porta anche questa volta alla storia del Festival di Sanremo, che con le sue canzoni sa raccontarci la nostra realtà. In questo caso andiamo al 2010. Antonella Clerici presenta sotto la direzione artistica di Gianmarco Mazzi un Sanremo che nasce, nemmeno a dirlo -non succede mai-, sotto le polemiche. Morgan viene escluso una settimana prima della kermesse per un’incauta intervista in cui dichiara di usare la cocaina come antidepressivo; Povia porta in gara un brano sull’eutanasia, Pupo porta Emanuele Filiberto che quando canta è quasi peggio di un’eutanasia per l’etica e la dignità della musica. Eppure l’operazione funziona tanto che il principe, con Pupo e Canonici, arriva secondo dietro a Valerio Scanu, vincitore con Per tutte le volte che, e davanti a Marco Mengoni, al debutto dopo il successo di XFactor. In un Festival di belle canzoni che si perdono subito nella memoria (La notte delle fate, Non è una canzone, La cometa di Halley, Per tutta la vita), tutti notano la grinta di due cantanti emerse tra le Proposte l’anno prima. Si tratta di Malika Ayane, data per favorita con Ricomincio da qui, e Irene Fornaciari, in gara con una canzone che ha scritto con suo padre Zucchero e Damiano Dattoli: Il mondo piange arriva in finale dopo essere stata tra le favorite della giuria demoscopica. Cantata con una forza convincente, fa scoprire al grande pubblico la determinazione della Fornaciari, che riproporrà spesso temi sociali nei suoi brani del decennio cominciato in quel Festival. L’apporto dei Nomadi è il valore aggiunto per un arrangiamento che entra subito nella pelle di chi ascolta questa delicata poesia blues.
La protagonista della canzone, che vive una storia d’amore estasiante, respira un sentimento sognante nell’aria. Tutto appare poetico, al punto che ora persino le lacrime sono viste come pioggia in cui volano le farfalle nella serenità e nell’ottimismo che finalmente smuove ciò che prima era fermo. L’amore ha un suono che è la musica della vita e dovrebbe essere ascoltato da tutti, eppure il mondo piange. Guerre, ingiustizie, soprusi: troppe realtà impediscono di godere della vita. E non solo a livello mondiale, ma nel piccolo universo di ciascuno di noi. Basterebbe smettere di essere in trincea contro tutti, per riscoprire il senso pieno della vita e trasformare le lacrime causate dal passato in una possibilità per il futuro. A dieci anni da questa canzone, abbiamo una grande possibilità, oggi più che mai nella storia: rivalutare l’ordine delle cose che ci circondano per smettere di guardare gli altri con scetticismo e cattiveria.
Il mondo piange lancia così definitivamente Irene Fornaciari tra i Big della musica e arriva fino all’undicesimo posto nella hit parade. Qui sotto il testo e il video della canzone.
Massimiliano Beneggi
https://m.youtube.com/watch?v=suhb9-jOorM
Nell’aria c’è qualcosa che come non so
Rende d’oro l’anima e cadono coriandoli
Di luce che scintillano x noi
Amore santo oh amore in me
Ma il mondo piange vorrei sapere perchè
Il mondo piange vorrei capire perchè
Il mondo piange
Nell’aria c’è profumo di domenica
Nei giorni miei farfalle e malinconie
Che volano di pioggia in lacrime
Per noi, lo sai amore santo oh
Amore in me
Ma il mondo piange vorrei sapere perchè
Il mondo piange vorrei capire perchè
Il mondo piange
Che suono fa
Che bel suono fa
Uhh l’amore santo
L’amore in me, eh eh
Ma il mondo piange vorrei sapere perchè
Il mondo piange vorrei sapere
Perchè il mondo piange
Non capisco perchè il mondo piange