E’ stato un concertone più emozionante del solito. Il più sociale e il meno politicizzato se possibile. L’argomento principe del Concerto del Primo Maggio non è stato il solito attacco frontale a Salvini o ai soldi di Berlusconi, e nemmeno al governo, verso cui è stata piuttosto ribadita una richiesta affinché l’attenzione per il lavoro non venga mai a scemare. Insomma, una festa dei Lavoratori come dovrebbe essere: di tutti.

La più politicizzata è stata la conduttrice: una commossa Ambra Angiolini ha aperto il collegamento da una piazza San Giovanni deserta e stranamente silenziosa con un richiamo ai parlamentari: “Questa piazza ha bisogno del lavoro, dei diritti e delle tutele e non ha senso starci così. Ma abbiamo la volontà di tornarci l’anno prossimo. Ci siamo accorti di come sia partita la campagna elettorale e di come le falle siano state coperte dai risparmi della gente comune che ora sta rischiando il lavoro”. Insomma, una sveglia che non fa una grinza da sinistra a destra. Più tardi ribadisce: “Ci sarà mai un momento in cui pagheremo abbastanza tasse?”. Anche qui da applausi. E del resto Ambra non è nuova a punzecchiare i politici senza risparmiarsi. Lo faceva sin dai tempi di Non è la Rai, quando forse aveva idee diverse da quelle che l’avrebbero poi portata a presentare il Concerto organizzato da Massimo Bonelli…

A fine serata Ambra promette (giura, per restare in tema) che l’anno prossimo canterà T’appartengo con lo Stato Sociale, e così si garantisce la presenza anche per il 2021.

Veniamo al concerto: Vasco Rossi saluta da casa e parte Un senso registrata (un accenno in diretta non gli avrebbe fatto perdere sangue dal naso, ma accontentiamoci), quindi una straordinaria Gianna Nannini che a Milano, sulla Terrazza Martini con lo sfondo del Duomo, emoziona con Notti senza cuore, Donne in amore, Meravigliosa creatura, Sei nell’anima. E’ sua la performance più toccante della serata. Britti e Gabbani (Viceversa si conferma a tre mesi di distanza il miglior pezzo del Festival di Sanremo), sono in piazza San Giovanni sul palcoscenico mantenendo le distanze di sicurezza. Una vita in vacanza dello Stato Sociale (in diretta da Bologna) non è all’altezza della celebre esibizione sanremese di due anni fa con coreografia e voglia di far festa ben ridotte: del resto la canzone, per divertente che possa essere, rimane quello che è, e dopo due mesi in cui non si comprende se chi sta bene sia al lavoro, in vacanza, quindi viva per lavorare o lavori per vivere…non era la canzone più consona forse.

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E’ Zucchero a ricordare più di chiunque altro l’importanza di mantenere viva l’attenzione sui lavoratori dello spettacolo. Anche lui è supportato dalle immagini di repertorio di un vecchio concerto. Paola Turci (E sei più bella), Francesca Michielin (Cheyenne), Fasma (Per sentirmi vivo) sono delicati quanto emozionanti in questo surreale contesto di silenzio rotto solo dalla musica.

Edoardo Bennato rispolvera L’isola che non c’è, ed è un tripudio di sensazioni che restituiscono brividi per ogni centimetro di pelle. Peccato che si distingua poco dal nuovo singolo che canta col fratello Eugenio, La realtà non può essere questa. Ma ai grandi cantautori è concesso tutto, anche di imitare se stessi e raddoppiare le emozioni.

Irene Grandi da Firenze canta La cometa di Halley (Sanremo 2010): con un appello alla politica perché sia intelligente e antropocentrica (e allocentrica), anticipa di fatto il Bella ciao di Tosca. Quindi Ermal Meta, e successivamente una ironica Carla Signoris che riesce sempre a sdrammatizzare per parlare della condizione femminile da non dimenticare.

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Nicola Savino sostituisce Morgan nel duetto di Sincero con Bugo e si dimostra bravo anche come cantante. Fabi, Barbarossa, Fresu e Moro intermezzano le due star internazionali: Patti Smith e Sting, però, in questo Primo Maggio tutto italiano sembrano paradossalmente troppo fuori contesto. L’emozione più grande, infatti, la regala Gianna Nannini con Assenza, la sua nuova canzone uscita proprio ieri.

Quindi Rocco Papaleo canta Azzurro, Dardust si esibisce con Lost and found. Vicario e Godano anticipano l’omaggio a Morricone. Il finale è per il miglior chitarrista italiano: Alex Britti, semplicemente straordinario nella Hey Joe di Hendrix.

Si chiude la serata, il Primo Maggio più strano e più bello della storia è terminato ed è ora godibile anche su Rai Play. Ci voleva il virus per fare un Concertone più musicale e meno politico? Questo Covid forse ci sta svegliando da tanti torpori e presunzioni sociali.

Massimiliano Beneggi