Il coronavirus restituirà le norme di sicurezza ai concerti?

Le distanze, le norme di sicurezza. Nel disagio di vedere rinviati tutti i concerti previsti fino a ottobre (non saranno rimborsati i biglietti, ma in caso di impossibilità a parteciparvi i ticket saranno convertiti in voucher), forse finalmente possiamo intravedere una luce: i prossimi eventi musicali saranno effettivamente predisposti per contenere un numero intelligente e accettabile di persone. Come accade a teatro, dove non si capisce per quale mistero si riescano a fare rispettare norme che paiono impossibili nei live musicali.

IL CASO DI CORINALDO: NORME DI SICUREZZA NON SEMPRE RISPETTATE

Dopo la tragedia di Corinaldo del 2018 (quando ad un concerto di Sfera Ebbasta morirono sei persone in seguito alla caduta di una balaustra) che aprì il dibattito sui sovraffollamenti dei locali notturni, sembrava ci potesse essere maggiore attenzione, ma di fatto non è stato così per tutti. Ci sono ancora locali che in pochi metri quadrati ospitano un numero di persone inaudito anche in periodi non sospetti di coronavirus. Alzi la mano chi è andato a un concerto nel 2019 e ha potuto partecipare all’evento senza assistere a calche impossibili e soffocanti. Purtroppo, e questo era stato il bandolo della matassa a Corinaldo, quando si tratta di riempire gli spazi vengono spesso venduti più biglietti del limite consentito: il principio è quello per cui tu ti fai un po’ più in là, il tuo amico si stringe un po’ a te, ed ecco che ci sta un’altra persona. E in effetti per starci ci stanno tutti, esattamente come i cubotti e i rettangoli di Tetris, che però non hanno le umane necessità di respirazione e di condizioni igieniche con cui convivere. Anche se queste vanno a farsi benedire presto ai concerti, con tutti i profumi e gli odori epidermici annessi e connessi.

I-concerti-di-San-Siro-del-2019

REGOLE FERREE CON IL CORONAVIRUS

L’emergenza coronavirus ha imposto regole ferree agli organizzatori dei concerti, al punto che si sono trovati costretti a rinviare tutti gli eventi dell’estate al prossimo anno. Impossibile garantire un metro di distanza fra le persone; impensabile obbligare tutti a ballare con la mascherina; difficile immaginare gel disinfettanti negli stadi tali da consentire un continuo utilizzo da parte del pubblico. Tutto questo, al netto del numero di partecipanti: il decreto parla infatti di un massimo di 1000 persone per spettacoli all’aperto, compresi i lavoratori. Non è stata specificata la differenza che potrebbe esserci tra un’Arena di Verona che ha una capienza di pubblico di 20000 persone e uno stadio come San Siro che ne contiene quasi 80000, ma non interessa quasi nessuno per la verità: anche con le dovute proporzioni, troppe sarebbero state le persone da tenere fuori. Ma nel 2021 come sarà la situazione?

COME SARA’ TRA UN ANNO?

Ce lo stiamo chiedendo un po’ tutti, perché se vogliamo ragionare nei termini di rinvii al 2021 dobbiamo immaginare inevitabilmente con ottimismo, pensando che tra un anno non ci sarà più bisogno di quelle norme che vengono richieste oggi. Ovvero potremo circolare senza mascherine, e rimanere vicini più di un metro. Ecco, magari non proprio attaccati l’uno all’altro fino a sentirne gli odori e gli umori più intimi. Pur restando quindi con il legittimo dubbio su come sarà la situazione tra un anno, sicuramente questa è l’occasione buona per rendere più rigide certe regole che dovevano essere già alla base da tempo: se tra un anno dovessimo trovarci nei locali o ai concerti negli stadi ammassati, senza facilità di raggiungere vie di fuga, sarebbe francamente una buffonata tutto quello che stiamo facendo da tre mesi a questa parte. Certo ormai i biglietti venduti ormai sono quelli, quindi a meno che non raddoppino le date di ogni concerto dovrà essere contenuto ancora lo stesso numero persone. Che vogliamo pensare sia già stato calcolato secondo le norme, una volta di più importanti da rispettare. Ecco, forse quando dicevamo che saremmo migliorati pensavamo soprattutto a questo: al rispetto di norme di sicurezza che non vengono rispettate finché non arriva una sanzione maggiore. Siamo così, abbiamo bisogno di una legge severa e una punizione esemplare che ci costringa a comprendere come bisogna vivere. Poi se fosse entrato nella nostra coscienza anche un buon uso del senso comune che vada dalla possibilità di parlare senza metterci le mani addosso, alla conservazione del catarro nei nostri polmoni senza espellerlo in sputi maleducati, avremmo fatto bingo. Per adesso ci basterebbe avere capito che si può vivere un concerto rispettando le norme di sicurezza. Come già avviene a teatro, d’altronde, dove la compostezza non impedisce il divertimento. E, se proprio volete farlo, nemmeno di rivolgervi al vostro vicino dopo esservi scartavetrati le narici del naso. Ma se succede facilmente a teatro, ambiente che non ha mai alzato la voce in questo periodo, perché non può succedere nei concerti dove invece si sono scatenati gli isterismi per dei rinvii praticamente scontati? Perché un genitore deve rimanere a casa in ansia per il figlio che è nel parterre di un concerto come non farebbe se fosse a teatro a godersi una commedia? Partiamo quindi da un rispetto delle norme in virtù di un’emergenza sanitaria per ricordarcene anche quando questa sarà finita: non ci deve sempre essere un morto per comprendere l’importanza della sicurezza personale.

Massimiliano Beneggi

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