Qui e adesso, ovvero la televisione di questo momento e che non rivedremo più dopo il Covid.
Il programma di Massimo Ranieri partito ieri sera su Raitre era stato pensato quest’estate immaginando che negli studi televisivi potesse esserci il pubblico. Seppur esiguo, ma vero, nella cornice di un teatro. La tv che sfrutta il palcoscenico più autentico per canzoni, racconti e improvvisazioni di uno degli artisti più completi. Di sicuro quello più vicino al mondo del teatro. L’idea era suggestiva ed estremamente originale. Peccato che la pratica, senza pubblico, abbia espresso tutta un’altra cosa.
LE CANZONI, UNICO VERO MOTORE
Ritmi spenti, nessun trasporto emotivo al termine delle canzoni, molte delle quali meno conosciute e che avrebbero meritato finalmente una platea importante. Tutto sembra una mesta e continua prova generale, intervallata da ospiti canori straordinari quanto il padrone di casa.
Il confronto con la vecchia generazione dell’eterno nemico amatissimo Gianni Morandi e quella più giovane di Giuliano Sangiorgi avrebbe potuto reggere da solo per tutto il programma. Personaggi forti, che hanno qualcosa di importante da raccontare con la loro voce insieme a Ranieri, e rappresentano nei rispettivi interventi qualcosa di già assodato televisivamente.
LE CHIACCHIERE, FUORI CONTESTO
Invece sono stati inseriti momenti del tutto evitabili e fuori contesto, che avrebbero bisogno di un supporto diverso per bucare lo schermo. La comicità di Maria Di Biase non solo non è straripante per potere apparire qualcosa di più coinvolgente di una barzelletta raccontata in casa, ma continua a non divertire e non c’entra nulla con Ranieri. L’attore e cantante napoletano è molto più convincente quando è lui a fare tutto, senza bisogno di guide che appesantiscono la serata. Come gli interventi sempre garbati di Marino Bartoletti: generalmente è apprezzabile la sua cultura ricca di aneddoti, ma questa volta la trasmissione, già ricca di tempi morti, i suoi dialoghi bisbigliati nella cornice di un immenso teatro vuoto inducono al sonno più che alla curiosità. E si cade così nella retorica. Lo show intero sembra crollare nel deserto della platea, senza la spinta necessaria a portare avanti tre ore di trasmissione.
NON SI PUÒ FARE FINTA DI NULLA
Qui e adesso è il motivo per cui non sarà possibile fare Sanremo 2021 se non ci potrà essere il pubblico. Inutile nascondersi: ci sono prodotti che vanno bene solo televisivamente. Non essendo nel salotto di Marzullo, però, le chiacchiere sono di troppo e le esibizioni canore non hanno la loro giusta valorizzazione. Erba di casa mia, cantata in chiusura, appare come un’esibizione per quelle sole quattro persone sedute tristemente sulle poltrone del teatro (che a quel punto, forse, era più suggestivo lasciato completamente vuoto).
Il tentativo di creare qualcosa facendo finta che il Covid non ci sia e non ci condizioni non convince. Lo spettacolo deve aspettare ancora un po’ prima di riprendersi il posto che merita, in tutta la sua importanza.
Una certezza: gli autori e gli interpreti, quelli veri, come Ranieri, Morandi e Sangiorgi, sono ancora gli unici che sanno dare emozioni persino in un teatro senza pubblico. In un’epoca in cui tanti nuovi artisti riempiono palazzetti e continuano a generare followers sui social, preoccupandosi solo di guadagnare molti soldi. L’arte, ancora una volta, mostra quello che sa fare, anche in un programma deludente. Da oggi, intanto, con Tv Sorrisi e canzoni, sarà in edicola una imperdibile collezione con i migliori album di Massimo Ranieri: sedici uscite con cd, dvd e libretti che raccontano in modo esclusivo il grande artista napoletano.
Massimiliano Beneggi