Gene Gnocchi: Quante risate con Teocoli a “I vicini di casa”!

Nato artisticamente allo Zelig di Milano, cresciuto televisivamente tra Maurizio Costanzo Show ed Emilio, Gene Gnocchi trovò in I vicini di casa la sua consacrazione da formidabile attore comico.

Inventore di giocattoli per bambini, innamorato della bella Gabriella Golia, amico fidato di Teo e Silvio, il suo personaggio (Eugenio Tortelli) si distingueva per vivere in una sorta di mondo parallelo rispetto alla realtà. Lo spioncino della porta di casa, con buffi ed enormi occhi girevoli, tradiva ogni volta la sua presenza dietro di essa. Il suo appartamento sempre disordinato aveva al centro un calcio balilla, al quale giocava rigorosamente vestito in tenuta calcistica monocolore con tanto di cappuccio che richiamava proprio quello degli omini che manovrava.

Gene Gnocchi, amatissimo per le sue pillole fatte di quel sarcasmo intelligente e spiazzante per la sua originalità e altresì verità intrinseca, si lanciò definitivamente proprio con I vicini di casa. Che oggi, mentre è ospite fisso anche a Quarta Repubblica su Rete 4, ricorda insieme a noi in questa intervista per celebrare i 30 anni della sit-com di Gino e Michele.

Come eri stato scelto per I vicini di casa?

Si era creato un gruppo di lavoro con Emilio. Arrivavamo tutti dallo Zelig: noi, la Gialappa’s…ù Fu quasi automatico, non ci fu bisogno nemmeno di fare dei casting. Le fisionomie erano già quelle giuste.

Tu, attore di teatro, ti ritrovavi in un mondo completamente nuovo, che non era solo televisivo. Ti sentivi a tuo agio?

In effetti c’erano anche campi e controcampi: la situazione era abbastanza cinematografica per certi aspetti. Ero a mio agio perchè ero con degli amici, si andava a lavorare contenti. Avevo appena iniziato: era un periodo in cui la tv era molto creativa, fantasiosa. Si poteva rischiare e provare con un entusiasmo che oggi non ci potrebbe essere: era tutto nuovo…

Non immagini quindi una versione de I vicini di casa 2021? Con Ibrahimovic tra i calciatori guest star…

Sarebbe bello, ma è difficile, anzi direi quasi impossibile ripetere cose del genere. Sono stati fatti anche dei tentativi, basta pensare a Belli dentro, e altre sit-com. Secondo me però non è più il tempo di queste cose, per tanti motivi: sarebbe difficile oggi mettere insieme tanti attori. Oggi si fa tutto col freno tirato.

Perchè si fecero solo due edizioni di I vicini di casa?

Credo fosse un problema di impegni di tutti. Io e Teo cominciammo a fare Scherzi a parte. Facevamo tante cose contemporaneamente: mancava il tempo per farlo ormai.

Il tuo personaggio era singolare: originale, inventore, con un merlo indiano che si chiamava Alberto Da Giussano…

Il personaggio ero io: un po’ lunare. Era ritagliato su di me. Il mio nome era Eugenio Tortelli, perchè Tortelli era il nome del mio allenatore quando ero a Castiglione delle Stiviere. Quindi fu un omaggio a lui.

Ricordi qualche episodio particolare nel backstage?

Teo mi faceva morire dal ridere. Veniva in camerino e faceva finta di essere un elettricista: si metteva per terra controllando tutte le prese. Io diventavo matto perchè lui è un genio totale: aver lavorato con lui è stato un divertimento unico.

Massimiliano Beneggi

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