Ha presentato, o meglio “annunciato”, per anni i volti e i programmi di Italia Uno. Amata per la sua eleganza, la discrezione, e il sorriso da cui traspare tutta la sua solare ironia. Gabriella Golia oggi conduce sul canale web Business 24, e continua a incontrare tanto entusiasmo nei fans della bella televisione che ha rappresentato, negli anni in cui sul piccolo schermo c’erano solo professionisti.
Lei, fortemente voluta alla Fininvest da Silvio Berlusconi che la seguiva dagli esordi di Antenna Nord, fu anche una protagonista della sit-com I vicini di casa, che in questi giorni celebriamo per i loro 30 anni di storia. Con estrema simpatia ci ha accolti per questa bella intervista.

Gabriella, cosa ti accomunava con il personaggio che interpretavi in Vicini di casa?
Ero molto io. Mi sarebbe sempre piaciuto recitare, lavorare senza fare riferimento al mio canonico ruolo di annunciatrice, ma purtroppo in Italia non è come negli Stati Uniti, dove non ci sono quelle etichette e ci si può mettere in gioco differentemente. Quindi in qualche modo rimanevo sempre legata al mezzo busto…I vicini di casa fu un’occasione per fare qualcosa di diverso finalmente.
Come ti coinvolsero Gino e Michele?
Nacque tutto da un tormentone che partiva da Emilio: Gene Gnocchi faceva delle recensioni di libri e io gli facevo da spalla. Ogni volta gli chiedevo: “Ma allora questo libro lei lo ha letto o non lo ha letto?”. Lui rispondeva: “L’ho letto, non l’ho letto, l’ho letto, non l’ho letto…non l’ho letto!”, e poi faceva la recensione ugualmente. Quindi il mio personaggio era un po’ la continuazione di quello che si viveva ad Emilio: ed ero anche lì l’annunciatrice, vicina di casa di Gene, Teo e Silvio…
Era televisione, ma si prestava a essere anche una commedia teatrale, sia per la situazione sia per i testi…
Avevamo fior di autori in un unico programma. Peccato non averci pensato, sarebbe stato sicuramente un successone farlo a teatro.
Michele ci raccontava che chiedesti di poter seguire delle lezioni di teatro…
E’ vero, grazie a Gino e Michele ebbi una grande possibilità. C’era Renato Palazzi come direttore della Paolo Grassi: feci un corso di sei mesi con un regista. Mi avrebbero permesso di frequentare nonostante lavorassi, contrariamente al regolamento dell’accademia. Alla fine non completai il percorso. In quell’anno si diplomò Antonio Albanese. A ripensarci oggi mi mangerei le mani: era la cosa che mi sarebbe sempre piaciuto fare. Gino e Michele mi prendevano in giro: “Non ce la farai..”. Alla fine facemmo sette giorni di rappresentazione, e non fu proprio una passeggiata, si trattava di “I fiori del male” di Baudelaire!
In tv sembrava di vedere un gruppo molto affiatato, che si divertiva…
Il divertimento era assolutamente reale. Se avessero mandato in onda il backstage sarebbe stato la sit-com nella sit-com. Era una battuta continua, anche tra una pausa e l’altra. Fu sicuramente la cosa più bella che ho fatto.
Ti sei mai chiesta come mai non sia mai stata replicata?
Tante volte. Ma soprattutto non ho mai capito perchè ne abbiano fatto solo due serie. Altre sit-com sono andate per tanti anni, la nostra era molto all’avanguardia, precorse i tempi con un certo tipo di comicità che la gente ancora ricorda. Probabilmente tenere insieme quel cast non era semplice, forse anche per una questione di costi: tutti personaggi di grande calibro, la cui carriera di ognuno ha avuto un grande seguito.
Ora Gabriella Golia vive un altro modo di fare televisione. Ce la vuoi raccontare?
Da due anni collaboro con il canale web Business24, sull’821 di Sky: conduco “Business Life”, dove vado nelle aziende, piccole-medio imprese italiane e racconto la loro realtà in dieci minuti secchi. Scopro delle bellissime aziende: ogni volta vengo accolta con grande entusiasmo, e io sono orgogliosa e soddisfatta di quello che abbiamo in Italia e ci rappresenta nel mondo. Dall’anno scorso sono entrati nella squadra Columbro, Tedeschi, Anna Falchi. C’è tanta voglia di fare.
Altri progetti per il futuro?
Sono al lavoro per un altro progetto che racconterà lo spazio: tutto è proiettato verso lo spazio, e merita di essere raccontato in un certo modo! Molte cose vengono sperimentate lì prima di essere usate sulla Terra, anche le più impensabili. Persino i pannolini vennero provati sullo spazio!
Attendiamo quindi il nuovo progetto…spaziale!
Massimiliano Beneggi