Cantante, attrice, conduttrice: una vera showgirl che ama lo spettacolo interpretandolo ancora come forma d’arte, con buona pace della volgarità e del gossip di oggi. Da sempre sa trasmettere questa sua passione al pubblico, e ora lo fa anche nella scrittura in una forma persino pedagogica. La musica, però, resta il suo grande amore.
Luisa Corna ha lanciato settimana scorsa il suo nuovo singolo Senza un noi, scritto da Riccardo Brizzi con l’arrangiamento di Cesare Chiodo.
Una canzone romantica, melodica, struggente ma con un finale estremamente positivo, come nello stile che caratterizza Luisa: anche nelle distanze, persino in quelle che le circostanze rendono ormai incolmabili, l’amore continua a vivere. L’eternità del sentimento, che supera le malattie e le difficoltà, è quindi la possibilità che l’Universo ci propone per guardare con serenità a una vita che guardata con altri occhi ci appare solo piena di incertezze. Invece, con la poesia e la fantasia di chi ama, è sempre possibile andare oltre. E la voce di una delle più intraprendenti e talentuose (sin dai tempi in cui il “Talento” era autentico e non determinato dall’ego di tre giudici dietro a un tavolo) è la migliore interprete di questa filosofia. Luisa ci racconta così la canzone e i nuovi progetti.

Luisa, quanto c’è di te in questo brano?
Quando Brizzi me l’ha mandata mi è piaciuta subito: è una canzone d’amore con un bellissimo arrangiamento melodico, e un contenuto molto forte, Si esprime l’amore assoluto che va oltre il tempo e il distacco. Si parte da un punto di vista decisamente diverso da quello della classica canzone d’amore. Il punto di vista resta molto positivo; per questo ho scelto di rendere un po’ più esplicita la distanza di cui parla il testo, solo in un frammento finale del videoclip. Mi piaceva che ciascuno potesse dare l’interpretazione che preferiva… Mi sento molto legata a questo brano.
Certo il testo è molto attuale anche con la situazione che abbiamo vissuto in questo ultimo anno, in cui abbiamo imparato quanto sia importante un abbraccio, il contatto fisico. Lanciare un singolo quando non si possono ancora fare live, però, è molto coraggioso: come mai questa scelta?
Il momento non è il migliore per proporre una canzone nuova, ma in questo periodo ci siamo amati anche a distanza. Avevo voglia di dare un segnale, non bisogna arenarsi. Dobbiamo perseguire degli obiettivi, ciascuno nel proprio settore. Ho deciso ugualmente crederci, sebbene manchi il contatto col pubblico. Sono sempre stata poco social: il vantaggio di quest’anno è stato di avvicinarmi a questi per proporre la mia musica, e ho scoperto che sono veramente utili.
E’ la classica canzone “sanremese”, come si dice sempre. Non hai provato a proporla ad Amadeus?
No, sinceramente ho deciso di portare avanti il progetto indipendentemente dal Festival. Mi convinceva proprio il progetto in sè, al di là della platea.
Sei una delle poche showgirl complete, e da quella partecipazione sanremese con Leali sono già passati 19 anni. Quanto ti manca la tv di quel periodo?
Tantissimo. Quando partecipai nel 2002 la Rai mi cercò per condurre i Mondiali di calcio con Galeazzi e Mazzocchi. Da lì fui trascinata in diversi varietà con grandi orchestre e grandi ospiti. Poi da lì a poco la televisione prese una piega diversa: i varietà sono venuti sempre meno e sono avanzati i reality. C’è stato un cambio generazionale: la mia scelta quindi fu di fare un passo indietro per portare avanti la mia grande passione di sempre, la musica.
Quali sono i progetti che vedremo prossimamente di Luisa Corna?
Sto scrivendo ancora varie canzoni, ma ho scoperto un’altra grande passione: la scrittura, che mi permette di tenere viva la parte creativa, e per me è fondamentale. Mi rende felice. Durante il lockdown ho scritto la seconda avventura di Tofu e la magia per l’arcobaleno. La prima l’avevo scritta nel 2019.
Di cosa parla?
Si tratta di un libro indirizzato alla scuola primaria, che esalta le diversità: si parla di prepotenza, non solo di bullismo.Nel libro ci sono gli spartiti, le basi musicali e i brani cantati da Le Voci di Novara: volevo che i bambini si potessero avvicinare al mondo della musica. E’ fondamentale alimentare l’anima con tutto ciò che è poesia. La storia è quella di un piccolo allievo che vive su un pianeta che si chiama Arcus, dove i bambini creano, attraverso la loro formula magica, questi piccoli arcobaleni che volano nel cielo e si sciolgono subito al sole in acqua colorata. Il giovane e coraggioso Tofu riesce a creare un arcobaleno immenso con cui viaggia nell’Universo, arriva fino a Terra dove conosce una bambina ipovedente di nome Lucy, che gli racconta le prepotenze che subisce da parte di altre bambine. In tutto questo la musica è la grande protagonista.
C’è anche un live in progetto vero?
Sì, mi ha chiamato Annalisa Minetti che mi ha proposto un concerto a Rimini il 27 aprile: ho accettato subito. Ho già la sensazione di poter tornare alla normalità! Speriamo di poterlo fare, mantenendo ovviamente le dovute cautele.
Hai condotto per tanti anni Buon compleanno Mimì al Teatro Nuovo di Milano. Tornerà quella manifestazione?
Sono sempre in contatto con l’Associazione Mimì Sarà. Ci sono tutte le prospettive per volerlo riproporre: stiamo navigando a vista per capire cosa succederà nel teatro. Lo scorso ottobre feci un concerto in Veneto organizzato da tempo: invece di un concerto solo ne facemmo due, uno alle 18 e uno alle 21, dividendo il pubblico tra un orario e l’altro. Trovo che sia una soluzione interessante: speriamo che si possa ripetere questa formula anche in altri spettacoli…
Massimiliano Beneggi