Sono trascorsi quasi 30 anni dal suo debutto televisivo come concorrente de La Corrida: in tutto questo tempo si sono avvicendati nel nostro Paese tanti cantanti, presentatori, politici, influencer. Emanuela Aureli ha imitato tutti i più importanti. D’altra parte nessuno può dire di avere raggiunto veramente un certo livello di popolarità, se non è passato da una caricatura. Emanuela osserva i personaggi nei dettagli e li ripropone sempre con una grande eleganza, senza mai essere volgare né fastidiosa: le sue non solo semplici imitazioni, ma veri e propri omaggi di chi sa toccare delicatamente e fare apprezzare persino certi punti deboli degli artisti.

Sabato 4 settembre sarà a Tolentino, ospite della settima edizione del Premio Gianni Ravera, in onore al grande cantante nonché storico patron del Festival di Sanremo. L’abbiamo voluta intervistare alla vigilia di questo importante evento, che segna come sempre l’inizio della nuova stagione artistica.
Emanuela, per una volta non parliamo di un personaggio da te imitato, anche perché oggettivamente Gianni Ravera era davvero inimitabile, anche in senso lato. Cosa ricordi di lui?
Non l’ho mai conosciuto purtroppo, ma con lui ricordiamo un grande uomo di spettacolo che sapeva scoprire tanti talenti e valorizzare artisti di già dichiarata fama. Albano, i Ricchi e Poveri, Orietta Berti devono molto allo stesso Ravera e credo che così anche noi italiani gli dobbiamo dire grazie per quello che ha fatto nella musica creando “mostri sacri”. Ecco, mi sento proprio di ringraziare un grande personaggio come Gianni Ravera: sono onorata e felice di partecipare a questa serata in suo onore.
Cosa farai sul palcoscenico di Tolentino?
Il mio sarà un intervento come Emanuela ma anche come portavoce dei tanti artisti scoperti da Ravera e non solo. Imiterò anche Valeria Marini, il Papa, Sophia Loren, Nina Zilli e altri cantanti. Magari vedremo se ci anche qualche sorpresa…non vorrei mai fare arrabbiare qualcuno!
Gianni Ravera era a modo suo un personaggio controverso: qualcuno si arrabbiò anche molto con lui, Claudio Villa su tutti, nel 1982. Con te non si sono mai arrabbiati i personaggi imitati?
Sicuramente qualcuno se la sarà presa, ma non l’ho mai saputo. Ognuno di noi ha due popoli: uno che ti ama e uno che non ti ama. Quello che non mi ama l’avrò fatto incavolare quindi anche più di una volta, ma non so da chi sia formato. D’altronde bisogna convivere sia con il lato oscuro, sia con quello luminoso della vita.
C’è grande entusiasmo intorno a questo evento: si respira una incredibile voglia di vivere spettacoli dal vivo. Quali sono le sensazioni per il ritorno sul palcoscenico dopo tanto tempo?
Il ghiaccio lo abbiamo rotto riappropriandoci dei teatri nei mesi scorsi: affrontare la platea a giugno non era facile dopo il lungo lockdown. Quando si fa il rodaggio, però, tutto arriva di conseguenza come un effetto domino: il Premio Ravera, quindi, sarà una meravigliosa festa perché arriva alla fine di un’estate che ci ha ridato l’abbraccio del pubblico. Si percepisce un applauso sempre più forte e consolidato che dà una grande carica, poi il pubblico di Tolentino è sempre caloroso. Amo le Marche in modo viscerale, per la bellezza paesaggistica e per i momenti di emozione che arrivano ogni volta: lì mi sento davvero coccolata, apprezzata. Insomma sono a casa.

Qual è il Festival di Sanremo organizzato da Ravera che ricordi con maggiore affetto?
Difficile ricordarsi tutte le edizioni, ma quello del 1984, in cui Albano e Romina cantavano Ci sarà, mi piacque parecchio.
Tu a Sanremo non ci pensi mai? Ci si dimentica spesso che sai imitare fior di cantanti, evidentemente non hai nulla da invidiare a molti.
No, a Sanremo ci pensammo qualche tempo fa, ma credo non fosse il momento giusto. E forse mai lo sarà: le cose arrivano, se devono, da sole, senza forzature. Per anni effettivamente fu anche un sogno partecipare a Sanremo come Emanuela prendendo dal tavolino le parrucche e diventando vari cantanti. Non è ancora accaduto, ma la vita mi ha già dato tanto e sono felice di questo successo: ora inizia una grande avventura con I fatti vostri per cui ringrazio Michele Guardì di avermi voluto e, tra poco, una nuova edizione di Tale e Quale Show, che si rinnova di anno in anno con un grande conduttore. Carlo Conti è un amico, un fratello: ha una marcia in più che fa sentire bene. Sa insegnare tante cose di vita, oltre che professionali: sono fortunata a lavorare con lui. Cosa posso desiderare di più? Posso solo ringraziare Dio per tutto questo.
E’ bello questo tuo atteggiamento sempre positivo nei confronti della vita. Prima parlavamo di arrabbiature, ma Emanuela non si arrabbia mai?
Certamente, anche sul lavoro! Dopo la sfuriata, però, mi passa subito, le cose che contano sono altre. Tutto si supera, la vita mi piace vederla ironicamente: bisogna prenderla con tutte le sue sfumature di colori.
Massimiliano Beneggi