Ketty Roselli: “Riscatto a teatro quattro donne pazzesche”-INTERVISTA

Da mercoledì 24 novembre a domenica 5 dicembre arriva al Teatro Le Salette di Roma lo spettacolo Woman in Rock, scritto, diretto e interpretato da Ketty Roselli. Ad accompagnarla sul palco Luciano Micheli con la sua chitarra, disegno luci di Davi Barittoni.

Ketty Roselli fotografata da Paolo Gavardi

Un viaggio attraverso la musica e la storia di quattro grandi artiste – Janis Joplin, Tina Turner, Etta James e Amy Winehouse – fatto di racconti, aneddoti, monologhi, video e ovviamente canzoni. Quattro grandi donne che hanno trasformato le loro vicende travagliate in un modo unico e inimitabile di cantare e di stare sul palco.

E’ proprio Ketty a raccontarci lo spettacolo in questa intervista.

Ketty, come nasce questo omaggio tutto al femminile?

Il fil rouge è la loro vita complicata e particolare, con una forte sofferenza nella sfera affettiva. Mi ha sempre colpito il loro modo di stare sul palcoscenico, trasformando le insicurezze in interpretazioni inimitabili.

Sul palcoscenico vedremo Ketty o quattro travestimenti nei panni di queste donne?

Non c’è alcun travestimento. Non tento mai l’imitazione: non ne sarei in grado e l’obiettivo è un altro. Mi interessava, piuttosto, portare in scena l’emozionalità di questi personaggi e ciò che vivevano. Racconto le loro storie in una atmosfera comunque non pesante e drammatica: spesso il pubblico canticchia e batte le mani. Mi piace coinvolgere sempre una persona dalla platea, facendola salire sul palcoscenico a ballare con me.

Che modalità di racconto hai scelto? Storie che si intersecano tra loro o una in seguito all’altra?

L’unico momento in cui in qualche modo si intrecciano le storie sarà un video in cui Jenis parla di Tina Turner. Sarà molto curiose. Per il resto le donne vengono raccontate una dietro l’altra, con modalità differenti. Talvolta in terza persona, altre volte attraverso le voci delle persone che le hanno vissute (per esempio Jenis è ricordata attraverso i racconti della sorella e attraverso una persona cresciuta con lei). Amy Winheouse è l’unica che racconto in prima persona. E’ come se parlasse lei stessa di sè e questo la rende ancora più umana nelle sue fragilità.

Tutti brani cantati rigorosamente dal vivo.

Assolutamente. Sarò accompagnata da una chitarra acustica, suonata dal giovane Luciano Micheli, che mi supporta (e mi sopporta) in questo spettacolo.

Come mai la musica, che dovrebbe distrarre da ogni difficoltà quotidiana, spesso arrivi invece al pubblico con storie così tormentate come quelle di queste artiste?

La parola chiave è proprio il cuore: quando un artista su un palcoscenico non si risparmia, usando la rabbia, la paura, la timidezza, insomma portando quello che davvero è, ecco che arriva al pubblico. Per questo le donne di cui si parla in questo spettacolo sono molto amate. Il pubblico credo viva la passione e il coinvolgimento del personaggio.

Etta James sarà una rivelazione per molti.

Sì, si scoprirà di lei un vissuto pazzesco; è una donna che ha sempre desisderato di essere amata. Consiglio a tutti di guardare Cadillac Record, il film con Beyoncé. Lei non cantava solo canzoni tristi e strappalacrime, ma aveva la grinta e l’energia giuste per andare oltre le sofferenze della vita.

Lo spettacolo ha già avuto qualche replica in passato in una rassegna al femminile. Qual è il momento che colpisce di più il pubblico?

Ci sono tanti momenti importanti, molte storie piene di vissuto. Un momento toccante è quando parlo di Jenis attraverso la sorella: si sentiranno aneddoti che le persone non conoscono. E poi Amy colpisce tanto: lei, attraverso il massacro dei media, è passata unicamente come una donna drogata e alcolizzata. Ma non dimentichiamoci che è diventata così a causa di chi la circondava e la sfruttava. L’alternanza tra racconti e musica, in questo caso, permetterà di sdrammatizzare, ricordando il suo immenso talento.

Il fatto che si faccia uno spettacolo su quattro donne protagoniste del rock riscattandole dall’immagine più negativa che si conosce, è il segnale che oggi qualcosa la figura femminile è al centro della scena con i suoi meriti, o al contrario dimostra che ci sono pregiudizi da cui doverla difendere?

Credo sia più vera questa seconda opzione: c’è ancora tantissimo da fare. Le donne, in ogni settore, sono viste diversamente. L’immagine conta molto in questo lavoro. Bisogna riscattarle, per aituare ogni donna a non darsi per vinta, continuando a combattere anche per queste quattro artiste.

In questo caso, dicevamo, non fai imitazioni, ma sei sempre una delle artiste più complete sul palcoscenico. Io ti vedrei bene a Tale e Quale Show

Perché no?! Avrei anche la possibilità di portare ancora più persone a teatro! Chi può dire cosa potrebbe mai accadere!

Massimiliano Beneggi

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