È in scena al Teatro Parenti di Milano, fino al 20 gennaio, Così è (o mi pare), produzione Fondazione Teatro della Toscana, Infinito Produzioni Teatrali, Gold Productions. Si tratta della rivisitazione in chiave moderna dell’opera pirandelliana in una visione del tutto inedita: quella della realtà virtuale! Ecco la nostra recensione.

IL CAST

Elio Germano, Gaetano Bruno, Serena Barone, Michele Sinisi, Natalia Magni, Caterina Biasiol, Daniele Parisi, Maria Sole Mansutti, Gioia Salvatori, Marco Ripoldi, Fabrizio Careddu, Davide Grillo, Bruno Valente, Lisio Castiglia, Luisa Bosi, Ivo Romagnoli e con la partecipazione di Isabella Ragonese e Pippo Di Marca. Adattamento e regia di Elio Germano.

LA TRAMA

Il signor Ponza, nuovo segretario del prefetto, è appena arrivato in un paesino dove le notizie si trasformano presto in pettegolezzi dietro ai mormorii della gente. Nello specifico, sono tutti attanagliati da un dubbio: perché il signor Ponza non fa mai vedere sua moglie alla suocera, la signora Frola? Perché usa questa forma di gelosia, che lo fa apparire disonesto e forse anche inadatto al ruolo professionale che ricopre? La questione non riguarda nessun altro che Ponza e i Frola, eppure interessa tutti. Eccetto proprio i diretti protagonisti, che invece sanno come stanno le cose e le gestiscono nel loro silenzio. Incalzata dalla curiosità del populino, la signora Frola difende il genero facendone un continuo elogio che sembra però nascondere qualcosa; il signor Ponza, dal canto suo, sostiene che la suocera sia impazzita dopo la morte della figlia avvenuta ormai da due anni e in seguito alla quale lui si è rifatto una vita con una donna che la Frola crede essere sua figlia. Quindi la suocera, poco più tardi, sostiene di assecondare il genero che, dopo un incidente, non sarebbe più stato in grado di riconoscere la moglie, risposata in seconde nozze. Di conseguenza lui, Ponza, confessa di fingere di essere folle, solo per non umiliare la Frola. Tutto questo avviene in un salotto nobiliare che si trasforma in un tribunale popolare, alla presenza di numerosi ospiti che alternano pastìccini ad argomenti che non sanno nemmeno loro quanto siano delicati. Ma dov’è davvero la verità? Chi è il pazzo tra i due? Dopo tante illazioni destinate a complicare l’argomento, la soluzione arriva nel modo più semplice e ignorato da tutti: sarà la moglie del signor Ponza (Isabella Ragonese) a dire come stanno le cose…

LA MORALE

C’è sempre una verità di fondo nella realtà di ciascuno. Tutto è opinabile a seconda del punto di vista da cui si vive e si osserva ciò che ci circonda. Lo sappiamo benissimo, specie quando c’è una situazione che ci riguarda e che tendiamo a proteggere in ogni modo. Quando, però, la situazione riguarda altri, quel tipo di rispetto viene meno in virtù di una curiosità da soddisfare ad ogni costo. Così, per dimenticarci dei nostri problemi, ci si accanisce su quelli degli altri, con la presunzione che dall’esterno si possa conoscere la verità assoluta. In realtà, si scopre solo una delle tante verità di questa vita relativa.

IL COMMENTO

Banalità non ce n’è mai quando si parla di Pirandello, ma in questo caso la produzione si supera enormemente. Il genio dell’autore siciliano non smette di essere eterno, nella sua capacità di farci sorridere con tanti personaggi. Questi ci pongono davanti a questioni esistenziali talmente precise e pungenti, da diventare più comodo semplificarle nella superficialità della chiacchiera. Ciascuno vuole dire la sua e tutti meritano di essere ascoltati. Ma come concentrarsi su uno o sull’altro? Elio Germano trova la soluzione inventandosi qualcosa mai visto prima, attraverso la realtà virtuale. Ci fa così diventare incredibilmente protagonisti silenziosi dello spettacolo. Il suo personaggio infatti, il saggio Lamberto, spinge la carrozzina di suo padre (inesistente nella versione originale) su cui ci siamo proprio noi del pubblico. Ci possiamo guardare intorno a 360 gradi e scegliere di ascoltare i discorsi che preferiamo. Si, la vita come ci appare si basa sempre sulla scelta del proprio punto di vista. È come essere nel salotto con loro, con la stessa confusione dei pranzi con i parenti e il medesimo chiacchiericcio isterico da parte dei più insoddisfatti della propria vita. Quel che toglie lo spettacolo (il contatto diretto con gli attori) viene così restituito in doppia misura attraverso la modalità virtuale. Così i personaggi si rivolgono a noi che, dopo uno smarrimento iniziale, saremo incuriositi di conoscere “la verità” sulla signora Frola e suo genero. Quella verità che, appunto, non esiste se non virtualmente, per confermarsi relativa. Genialità nella genialità. Spiace solo non poter fare sentire il proprio applauso a una compagnia straordinaria che tiene vivo lo spettacolo per un’ora e venti.

IL TOP

Elio Germano si conferma superlativo. Non solo perché il suo Lamberto è sempre il più saggio che, in questo caso insieme al padre, regala perle filosofiche di inconfutabile spessore, ma anzitutto per la modalità con cui sceglie di farci vivere questa esperienza.

LA SORPRESA

Non fatevi spaventare da quell’attrezzatura che indosserete per tutto il tempo dello spettacolo. Sarà talmente appassionante da farvi dimenticare persino di avere indosso la mascherina ffp2 in tutta sicurezza. Realtà virtuale consigliata a tutti, perché si vivrà qualcosa di geniale che lascerà senza parole. Non è il solito teatro, ma non è nemmeno cinema. Pirandello all’epoca delle videochiamate, dei cellulari e della curiosità subito soddisfatta da Internet: incredibile, eppure possibile. E, in tutto questo, non smette di essere vero il quesito fondamentale davanti allo specchio: chi siamo noi? L’immagine riflessa che così appare agli altri o quello che sentiamo di essere? Non si era mai visto a teatro qualcosa di simile. E se fosse quella virtuale la vera realtà che regalerà futuro allo spettacolo? La verità non potremo mai asserirla con certezza, Pirandello insegna.

Massimiliano Beneggi