Il mese di marzo a Milano vedrà molti musical e non poteva iniziare con il più grande e atteso anniversario. Fino al 3 aprile è in scena, al Teatro degli Arcimboldi, Notre Dame de Paris di Luc Plamondon (produzione Clemente Zard, Enzo Product Ltd, a cura di Vivo Concerti) giunto al suo ventesimo anno. Per celebrare il grande evento che segna il ritorno del cast originale, alla prima nazionale sono presenti moltissimi vip accolti da un blu carpet: Enrico Brignano e Flora Canto, Caterina Balivo, Francesca Michielin, Diodato, Margherita Vicario, la famiglia Pozzoli, Paolo Ruffini, Antonella Clerici, Gianmarco Mazzi e tanti altri. L’atmosfera è quella del gran galá. Nei saluti finali al pubblico non manca ovviamente un emozionato Riccardo Cocciante. Ecco la nostra recensione.

Il CAST
Lola Ponce, Gio Di Tonno, Vittorio Matteucci, Matteo Setti, Marco Guerzoni, Graziano Galatone, Claudia D’Ottavi. Regia di Gilles Maheu. Musiche di Riccardo Cocciante. Versione italiana di Pasquale Panella.

LA TRAMA
Parigi, 1482. La città è invasa da un gruppo di stranieri clandestini, contro cui l’arcidiacono Frollo scatena Febo, capitano delle guardie. Questi, però, resta incantato dalla bellezza di Esmeralda, una giovane zingara che colpisce in realtà anche lo stesso Frollo. Il prete innamorato si accorge di perdere il suo autocontrollo emotivo di fronte alla ragazza e chiede a Quasimodo, il campanaro suo servo da tutti preso in giro per la sua bruttezza fisica, di rapirla. Il tentativo fallisce ed Esmeralda, nonostante tutto, non riesce a provare odio nei confronti del campanaro, di cui ha però paura per l’aspetto fisico. Si innamorerà anche lui di Esmeralda, ma sarà l’unico ad amarne le fragilità e non solo la bellezza corporea. Lei è una ragazza buona d’animo, lo conferma il suo matrimonio (mai consumato) con il poeta Gringoire al fine di evitargli l’impiccagione. Innamorata di Febo, a sua volta comunque già promesso sposo a Fiordaliso, ecco che Esmeralda insegue continuamente un amore che non potrà mai essere davvero ricambiato. Dall’altra parte Frollo proverà a usare la forza pur di averla con sé, mentre Quasimodo non si dà pace per l’ingiustizia divina che lo ha reso gobbo e meno interessante del bugiardo Febo. Sarà proprio questo, infatti, a ingannare Esmeralda condannandola all’impiccagione, sotto il ricatto di Fiordaliso che gli perdonerà il tradimento solo se la zingara morirà. Quasimodo la seguirà lasciandosi morire di fianco a lei, dopo avere ucciso Frollo, quel padrone a cui aveva sempre dato il suo incondizionato appoggio.
LA MORALE
Siamo tutti attratti da ciò che è più facile e apparentemente più bello; accecati rispetto a quel che ci potrebbe fare stare meglio. Abbiamo paura dell’ignoto, del diverso: ha paura Esmeralda di Quasimodo, ha paura Frollo degli zingari. Ha paura Febo di Fiordaliso, la donna che dovrebbe condividere la vita con lui e che in realtà si dimostra molto distante e diversa da lui. Basterebbe aprire il cuore per scoprire chi ci ama veramente e abbattere tutte le barriere, superando ogni orgoglio.

IL COMMENTO
L’amore impossibile di Quasimodo, raccontato da Vitor Hugo, non smette di emozionare. Un kolossal diventato, in vent’anni, uno dei più grandi classici del teatro italiano. Scenografie (di Christian Rätz) imponenti, interpreti straordinari, giochi di luci a crescere in un climax che esalta ogni canzone. Notre Dame de Paris è incredibilmente sensazionale. I brani di Cocciante sono tutti maestosi, al punto da continuare a fare dello spettacolo, interamente cantato, qualcosa di vicino all’opera lirica. Ci sono opere che, però, negli anni diventano datate: non è il caso di questa dove nemmeno i protagonisti, che esordirono giovanissimi nel 2002, sembrano non invecchiare mai. Proprio come in un’opera, a volte occorrerebbe il libretto dei testi, perché seguire le parole talvolta diventa complesso. Il bello dei musical fatti bene è che li si riguarderebbe un’altra volta immediatamente dopo la loro conclusione: questo kolossal fa venire voglia di riascoltare ogni canzone appena finita l’esecuzione. Ogni brano è un’occasione di meraviglioso ascolto, per cui l’attenzione non manca fino alla fine. Il pubblico degli Arcimboldi applaude con una grande standing ovation finale, dopo un entusiasmo espresso in tutto lo spettacolo, più vicino al tifo da stadio che a quello di un teatro.
IL TOP
Gio di Tonno è insuperabile. Potrebbe sembrare una battuta che parafrasa una vecchia pubblicità, ma è solo la realtà. Il cantante sa passare dal’intensità più profonda a quella più roca, mantenendo un calore nella voce che in pochi sanno dare nella nostra musica. Lola Ponce è emozionantissima per il ritorno dopo tanti anni nel ruolo che la lanciò. Eppure il tempo non sembra passato: la sua empatia con Gio e quella con il personaggio di Esmeralda sono identici a quelli di vent’anni fa. Dalla sua voce partono acuti di una rara determinazione. Coppia da musical irraggiungibile, ma non solo. Matteucci (Frollo) è incredibile almeno quanto loro. 54 canzoni meravigliose, Bella resta ancora la più iconica, ma sul finale struggente di Balla mia Esmeralda i brividi sono più che mai autentici.

LA SORPRESA
Limitarsi a osservare chi sta cantando potrebbe essere l’errore che si commette dalla platea. Sul palcoscenico, però, si muovono ballerini e acrobati davvero unici, che lasciano a bocca aperta. Ogni loro movimento (diretto dal coreografo Martino Müller) descrive l’azione riallacciandoci con la filosofia principale di ogni singola canzone. Vale la pena di vedere questo musical anche più di una volta, godendosi completamente ogni centimetro del palcoscenico.
Massimiliano Beneggi