Vittorio Matteucci è una certezza del musical teatrale italiano che esportiamo all’estero. Basti citare del suo curriculum, tra gli altri, Jesus Christ Superstar (nei panni di Giuda Iscariota), Dracula Opera Rock (nei panni di Dracula), Promessi Sposi (dove era l’Innominato). Abituato a interpretare ruoli delicati che pongono il pubblico di fronte alla dicotomia tra Bene e Male, Vittorio Matteucci è tornato da qualche giorno a interpretare il ruolo di Frollo in Notre Dame de Paris (clicca qui per leggerne la recensione).

Come sia vestire di nuovi quei panni dell’egoista e prepotente prete innamorato, dopo tanti anni, ce lo racconta lui stesso in questa intervista.

Vittorio Matteucci fotografato da Francesco Prandoni

Cosa rappresenta il ritorno al cast originale?

Per tutti coloro che hanno amato Notre Dame de Paris è la realizzazione di un sogno… come se il tempo tornasse magicamente indietro. Come se la grande musica, la grande letteratura, in una parola la grande arte, non avesse età. Notre Dame di sicuro non ce l’ha e, fortunatamente, anche noi, in un certo senso, non l’abbiamo, perché fin dall’inizio siamo stati i protagonisti di questo evento. Uno spettacolo che è diventato storia e noi con lui: siamo la storia e continuiamo a raccontarla alle vecchie e alle nuove generazioni.

In cosa continua a essere attuale la narrazione di Victor Hugo?

Victor Hugo fa parte di quella ristretta schiera di scrittori che, attraverso le proprie opere, ha indagato l’animo dell’essere umano e lo ha descritto nelle sue più profonde contraddizioni. L’animo umano è, dall’inizio dei tempi, sempre lo stesso: per questo l’Opera di Hugo non passerà mai di moda. Lo scontro tra il bene e il male, la paura del “diverso”, il desiderio dell’uomo di trovare migliori condizioni di vita e così, migrare, l’arroganza del potere, il rapporto con Dio… questi sono solo alcuni dei temi con i quali, purtroppo, il genere umano deve ancora fare i conti.

Frollo è un antagonista che, tuttavia, a tratti sembra realmente provare sentimenti d’amore e passioni represse in passato. Esiste davvero il male oppure la cattiveria non è che un’arma di difesa delle nostre debolezze?


Il male esiste eccome! Di sicuro Frollo non è un personaggio positivo e questo a prescindere dalla vicenda che si narra; rappresenta il potere che non vuole cedere un centimetro al nuovo che avanza. Dal punto di vista del Frollo che prova sentimenti, o meglio che è sopraffatto dai sentimenti e le emozioni, egli rappresenta quanto di più umano esista, perciò, in qualche modo, il pubblico si identifica in lui. Pur nella condanna assoluta del suo operato.

Come ha preso sempre di più le tue fattezze questo personaggio nel corso degli anni?


Un personaggio non vive se non è alimentato dai sentimenti e dalle passioni di chi lo interpreta, perciò Frollo esiste perché le mie emozioni esistono; e le mie emozioni di oggi, dopo vent’anni dalla prima, non sono le stesse di ieri, quindi Frollo muta con me, ma, come diceva Benigni in Johnny Stecchino: “Non mi assomiglia per niente”!!!

Il momento che ti emoziona ancora dello spettacolo dopo vent’anni.


Tutto! Senza scherzi, tutto! È uno spettacolo che va bevuto d’un fiato, dall’inizio alla fine ed ogni quadro, ogni virgola concorrono all’incredibile, magico risultato finale.

Obiettivi professionali futuri?

Tanti, tantissimi, per fortuna e oggi, dopo due anni di letargo forzato, ancora di più. Un’opera mia? Una commedia in prosa? Le serate con il mitico trio Di Tonno, Galatone, Matteucci? Chi può saperlo. Per ora, e questo è certo, cuore e mente sul più bello spettacolo di tutti i tempi!

Massimiliano Beneggi