Chiara Noschese: La società si trasforma, donne sempre più dinamiche -INTERVISTA

Chiara Noschese è una perfetta figura del ritorno a teatro in questa stagione 2021/2022. Dopo il debutto di Pretty Woman (andato in scena per sei mesi al Nazionale di Milano) come regista, ora eccola in scena con Nancy Brilli in Manola. La commedia, scritta da Margaret Mazzantini, sarà al Lirico Giorgio Gaber di Milano dall’11 al 13 marzo. Chiara, amatissima artista a 360 gradi, interpreta Ortensia, sorella di Anemone e interlocutrice di una terza persona. Di chi si tratti esattamente ce lo racconta lei stessa in questa intervista.

Foto di Ornella Foglia

Chi è Manola?

Non si capisce bene chi sia: è l’ascoltatrice che si trova in fondo alla sala, con cui parliamo e raccontiamo di noi. Probabilmente è una professionista dell’occulto, una specie di maga, cartomante. E’ comunque innanzitutto il nostro interlocutore.

C’è quindi un’introspezione di fondo in questa conversazione delle protagoniste con Manola.

Anemone e Ortensia ripercorrono tappe fondamentali di quello che è successo loro da quando erano piccole al momento attuale, in cui incontrano questa persona che ribalterà totalmente le loro esistenze.

Quanto ti appartiene il personaggio di Ortensia?

Se fossi come lei sarebbe la fine. Siamo simili solo su alcune piccole fobie, ma per il resto faccio un’impersonificazione di qualcuno lontanissimo da me: lavoro di pura fantasia.

Una chiave dello spettacolo è quella di mettersi nei panni dell’altro fino a comprenderne gioie e dolori solo in quel momento. Perché questa cosa sembra sempre così facile e non la facciamo mai?

Mettersi nei panni di qualcun altro a volte è quasi impossibile. In realtà credo che Manola sappia esprimere bene un concetto in più. Mi riferisco al fatto che non riusciamo a elaborare prima di tutto l’accettazione della convivenza di un lato oscuro e un lato chiaro dentro di noi. Ciascuno di noi ha un irrisolto da abbracciare per superare quel che non sta andando per il verso giusto.

Questa introspezione, però, non evita comunque errori a Ortensia e Anemone...

Direi proprio di no! (ride, ndr)

Cosa hai pensato quando ti è stato proposto questo testo?

Venticinque anni fa vidi Nancy e Margaret a teatro con questo spettacolo: lo amai da subito. Quando si è creata la possibilità di recitare al fianco di Nancy mi sono sentita onoratissima.

La pandemia ci ha restituito compagnie teatrali ancor più apprezzate per il loro professionismo o al contrario ha fatto esplodere artisti improvvisati dopo il debutto sulle piattaforme?

Credo che si siano creati fenomeni strettamente legati al momento storico. Si è scatenato un evento e, così, alcuni hanno avuto la loro popolarità. Va detto che nel nostro ambiente tutto è ancora in fase di sistemazione: non si è ancora risolto completamente, ci siamo ancora dentro fino alla punta dei capelli. Non tornerà mai più nulla come prima: dobbiamo imparare ad accettare questa trasformazione e a girarla a nostro favore.

La figura femminile oggi nello spettacolo a che punto è?

Credo che le donne in tutti i campi, non solo nello spettacolo, siano in grande dinamica e stanno facendo il percorso che hanno sempre meritato. Hanno posti di potere, sono decisioniste, sono quello che vogliono essere: c’è una trasformazione sempre più veloce della società anche in questo senso.

Se la vita di Chiara Noschese fosse una canzone quale sarebbe?

Meraviglioso, di Domenico Modugno.

Massimiliano Beneggi