E’ in scena al Teatro Leonardo di Milano (via Ampére, 1) fino al 16 ottobre, La cena dei cretini, la commedia di Francis Veber (tradotta da Filippo Ottoni) che vede protagonisti sulla scena, in questa produzione Manifatture Teatrali Milanesi, Nino Formicola e Max Pisu. Ecco la nostra recensione.

IL CAST

Nino Formicola, Max Pisu, Pietro De Pascalis, Claudio Intropido, Alessandra Schiavoni. Regia di Nino Formicola

LA TRAMA

Pierre Brochant è un editore parigino che, inconsapevole di quanto le sue stesse abitudini stiano mettendo in difficoltà la vita coniugale (già addormentata) con la fredda Christine, ogni settimana si reca con gli amici a una cena particolare. Ciascuno di loro infatti deve presentare, agli altri commensali, un ospite giudicato come idiota per riderne e prendersi di gioco di lui, naturalmente ignaro dello scopo della cena: chi porta il “più cretino” si aggiudica la palma di vincitore. Una sera, in cui Pierre è sicuro di trionfare a questo sadico simposio, la lombalgia prende il sopravvento e così l’editore all’ultimo momento è costretto a rinunciare alla sua cena. Ormai, però, è troppo tardi per avvisare il contabile del Ministero delle Finanze, Francois Pignon (il “cretino” prescelto della settimana), dell’annullamento della serata. Così, mentre la moglie è già uscita di casa, ecco che suona alla porta questo buffo e alquanto strano personaggio, logorroico, pieno di passioni bizzarre, tanto ossequioso quanto permaloso. Nella sua evidente ingenuità, Pignon si rivela da subito una persona buona d’animo, che ha voglia di raccontarsi e curiosa di conoscere nuove persone, guidato da un forte spirito di generosità. Quando Christine, con un messaggio in segreteria telefonica, annuncia a Pierre la fine del loro matrimonio, Francois non se la sente di lasciare solo l’editore, riconoscendo quel dolore che lui stesso ha già vissuto due anni prima con la separazione dalla moglie. Pierre, dal canto suo, non ha grande entusiasmo nel sentire parlare continuamente di modellini costruiti con i fiammiferi e altre stranezze appartenenti al contabile, che tuttavia non vuole congedare malamente per assicurarsi la possibilità di averlo ospite a un’altra cena con gli amici. Durante quella serata, Pignon conferma il suo essere pasticcione e turbolento, generando situazioni a dir poco spiacevoli. Dapprima confonde Christine, tornata a casa per cercare un confronto col marito, per l’amante di Pierre e le svela quindi ciò che non doveva venire a sapere. Quindi fa arrivare dall’editore una persona che potrebbe avere il numero del playboy nelle braccia di cui, nel frattempo, si sarebbe buttata Christine: peccato che quella persona sia un ispettore fiscale, che potrebbe creare non pochi problemi a Pierre. In tutto questo viavai di personaggi ci sono anche l’amante ninfomane dell’editore, ora trattata malamente, e un vecchio amico, a cui Brochant aveva portato via la moglie: ciascuno di loro cerca una sua vendetta. Tutti sanno con chi vogliono prendersela. Quel che nessuno può immaginare è dove sia davvero Christine e con chi sia realmente il temuto playboy della città. Dall’inizio alla fine, l’unico che sta dalla parte di Pierre…è solo il “cretino” Francois.

LA MORALE

Quando siamo insoddisfatti della nostra vita, ci troviamo tutti pronti a puntare il dito contro le persone, giudicandole e deridendole senza conoscerle nell’intimità. Basterebbe aprire un po’ di più il cuore e la mente, per scoprire che la perfezione non appartiene nemmeno a noi e che essere buoni, e magari anche ingenui, non significhi essere “cretini”. Il vero cretino, piuttosto, è chi non cerca di superare le proprie difficoltà e non si impegna a trovare soluzioni a una vita che, altrimenti, si riempie di nemici e disagi. In quel modo ci si ritroverà ancor più soli e si potrebbe vincere a quella famosa cena, anche senza portare alcun ospite.

IL COMMENTO

Si ride sin dall’inizio in una commedia che, così come non fatica a fare entrare nell’animo della storia, non abbandona mai alla noia. Non si avverte mezza volgarità: i grandi comici, quando sono attori, sono capaci anche di questo. E alla fine, forse, la lacrimuccia scappa anche. Il vero reality nel 2022, con buona pace della programmazione di una certa tv, è sul palcoscenico.

IL TOP

Nino Formicola è in stato di grazia, con una regia firmata da lui, capace di esaltare la chiave più comica senza tralasciare i sentimenti del finale inaspettato e riflessivo. Espressivo, funambolico, esattamente come lo abbiamo sempre conosciuto. Per tanti anni ha portato in scena questo spettacolo con lo storico socio, Andrea Brambilla. Chiunque si aspetti un Formicola diverso, tuttavia, sbaglia di grosso: con Max Pisu si crea un’alchimia eccezionale, assolutamente degna del celebre duo Gaspare e Zuzzurro. Pisu, infatti, con la sua personalità sa adattarsi meravigliosamente a quei ritmi e a quell’ironia che richiede tanta velocità quanta raffinata mimica.

LA SORPRESA

Tutto il cast intorno, composto da veri artisti, è fondamentale nella riuscita di una commedia corale, che vuole un grande gioco di squadra per quanto è ricca di personaggi. Ce n’è anche uno decisamente innovativo in questa versione: l’assistente vocale che, con la sua intelligenza artificiale, interviene nei momenti più inopportuni assumendosi il compito (non richiesto) di dare una definizione a ogni oggetto e situazione. In un testo che lascia spazio a grande improvvisazione, questo è un tocco di genio che rende sempre più attuale un caposaldo del teatro. E poi una grandissima sorpresa: nel pubblico, moltissimi giovani. Per due ore abbondanti, i telefonini sono spenti, anche nella settimana della moda milanese.

Massimiliano Beneggi