Fino a venerdì 2 dicembre, al Teatro Parenti di Milano, è in scena Surrealismo capitalista, con Camilla Violante Scheller, Giacomo Tamburini, Antonio “Tony” Baladam (che dirige anche la regia).

Surrealismo Capitalista è innanzitutto una ricerca drammaturgica sul concetto di rappresentazione, oltre l’accezione unicamente teatrale.

La rappresentazione è il centro concettuale della scommessa di significazione del mondo occidentale.

Alla base c’è l’idea arbitraria che un segno possa essere scambiato con del senso profondo, ponendo qualcosa di ideale a garantire la validità dello scambio. 

Se il garante una volta poteva essere Dio, o un ideale utopistico, o un’ideologia di qualunque tipo, nella nostra interpretazione, mutuata da varie correnti di pensiero, questo garante è Il Capitale. 

Il Capitale ha sostituito i rituali religiosi e nazionalistici e si pone come punto d’arrivo e obiettivo escatologico dell’umanità. 

Tenendo conto di questo analizzeremo le derive dell’attuale modello economico liberista in ambiti socioculturali. 

Se al centro di tutto viene posto l’ideale superficiale della monetizzazione, si rischia di perdere in termini di profondità e ricerca di sé. 

In un gioco di analogie serrato e ampio, poniamo al centro del discorso il concetto di Rituale, inteso come qualcosa di negativo che ti mette al riparo dallo scorrere del tempo e della storia, e ti fa sentire immutabile grazie al fattore della ripetizione, ma a costo di una enorme semplificazione della complessità della realtà, che ti porta ad escludere tutti quelli che non fanno parte della tua visione.

Comunicato stampa ufficiale