Fiorello, dopo tanti anni, è ancora uno dei protagonisti migliori che la tv possa avere. Dal suo debutto con Karaoke a oggi non si è trovato un altro talento di pari livello. Scegliete voi se questo confermi solo la sua unicità o non racconti nel contempo anche una profonda crisi televisiva nel lanciare artisti degni di rimanere nel tempo. Dal 1992 a oggi Fiorello ha condotto diverse trasmissioni, passando dall’orario delle 20 al preserale, fino a occupare la domenica pomeriggio, la prima serata e ora la mattina, nonché la notte fonda nel periodo di Sanremo. Da sempre riesce a intuire il target migliore per ogni orario. Non è mai uguale a se stesso. Non lo è nemmeno a Viva Rai 2!, dove riesce a intrattenere per tre quarti d’ora con una rassegna stampa delle notizie più bizzarre e curiose riportate dai quotidiani. I ritmi sono quelli del lento risveglio, che non richiedono grande concentrazione ma danno altresì quella carica di energia con cui, senza accorgerti, arrivi alle 8 del mattino pronto per affrontare colleghi, clienti e traffico verso il lavoro. A Fiorello, durante Viva Rai 2!, non servono troppe enfasi gratuite, tipiche della prima serata. Non cerca il facile consenso o la patente di giornalista e moderatore parlando di politica. Non fa scoop diversi da quello di Amadeus che dichiara in anteprima “Il prossimo Festival di Sanremo durerà cinque serate”.

Gli basta un ospite musicale a puntata. Poi è sufficiente un messaggio o una videochiamata di un ospite, oppure un’espressione buffa del cameraman che ha di fronte. Tutto fa spettacolo, anche ciò che è pura distrazione senza uno specifico contenuto. Con Fiorello ogni situazione diventa un possibile momento di show, grazie a un meccanismo che sa creare solo lui in tv. Chiunque altro non saprebbe cosa raccontare a un certo punto, Fiorello invece ha l’arte dell’invenzione dal nulla. Il bello è che non si fa vanto, come potrebbe, di quel che sa realizzare. Gli ospiti sono tutti i giorni di rilievo e ambitissimi da tanti altri programmi (per esempio, dove riuscireste a trovare con tanta facilità Pintus senza fargli fare un monologo o Giorgia che all’alba canta su una scalinata?). Poi c’è Tofu. Viene presentato come il fratello di Sethu (ultimo classificato a Sanremo). È un trapper che ogni giorno reinterpreta brani famosissimi della nostra musica (da Nel blu dipinto di blu a Questo piccolo grande amore) seguendo i suoni e i ritmi che vanno di moda oggi. Lo fa lasciando spazio a una vocalità sempre intonata. Classe assoluta. Nessuno ne parla, ma si tratta (e siamo seri) della più grande invenzione musicale che la tv abbia saputo sfornare negli ultimi vent’anni. Non lo si è mai visto insieme a Fiorello, un po’ come lo sdoppiamento tra Ferrini e la signora Coriandoli. Quando un ospite prova a mormorare che ci sia un’identità tra Fiorello e Tofu, viene subito messo a tacere. In effetti è bello immaginarlo così: come un artista diverso da Fiorello ma che, come lui, sa raccontare la storia della musica italiana rendendola sempre contemporanea. Vorrebbe dire che ci sono almeno due Fiorello in questo mondo. Non solo, sarebbe il primo che riuscirebbe a prendere così tanto spazio in un programma di Fiorello.

C’è infatti una costante irrisolvibile nei programmi dello showman siciliano: chi è al suo fianco, rischia di diventare poco più che una comparsa. Succedeva con Lippi e la Barale a Buona Domenica, quindi anche con Simona Ventura a Matricole, persino con Amadeus a Sanremo, tanto che qualcuno sospettava delle capacità (poi ampiamente dimostrate) del direttore artistico di fare a meno del suo amico Ciuri. A Viva Raidue, ancor più di quanto non accadesse con Marco Baldini in radio, le spalle di Fiorello sono quasi solo delle presenze ridanciane che interpretano il pensiero del pubblico a casa. La colpa non è di nessuno: come si potrebbe interrompere il divertimento di fianco a uno che ha un’idea vulcanica dopo l’altra in diretta? Si può solo assisterlo ridendo con lui. Un po’ come i ragazzi che rimanevano in piedi al Drive In o a Non stop, circondando i comici di turno. Hanno la funzione delle risate preregistrate che nei telefilm coinvolgono il pubblico in una risata di gruppo. Servono a non fare sentire solo Fiorello, ma nulla di più. Eppure sono Fabrizio Biggio e Mauro Casciari. Attori con un curriculum di grande rispetto alle spalle. Qui, però, non riescono ad esprimersi e a fare qualcosa che giustifichi uno stipendio quotidiano. Una volta, era spesso così per i caratteristi. Oggi, nella tv dove tutti fanno tutto (anche se male), avere troppo talento come Fiorello può destabilizzare. Rischia di diventare quasi un problema. Di fianco a un gigante dell’intrattenimento (persino una telefonata con la mamma diventa spassosa), tutto intorno si ridimensiona. Meno male c’è Tofu: almeno si potrà sempre dire che a Viva Rai 2! ci sono due veri protagonisti. Anzi, visto che Fiorello ha sempre detto che quella del 1995 rimarrà la sua prima e ultima partecipazione al Festival di Sanremo da cantante, se mai volesse pensarci Tofu…

Massimiliano Beneggi