Ci sono persone, senza talenti specifici, capaci di radunare un vasto pubblico solo perché usano molto bene i social e poi ci sono artisti che riescono a farlo cantando. Sembrerebbe la più grande delle banalità descrivere un concerto partendo dal fatto che il cantante in questione sia intonato. Eppure, quando avviene è bene sottolinearlo. Nel 2023 questa peculiarità non più tautologica fa notizia. Ecco perché diventa quindi d’obbligo rimarcarlo parlando di Su di noi – la nostra storia, lo spettacolo con cui Pupo gira l’Italia da ormai due anni (continuando a farlo ancora per tutta l’estate).

In questi giorni il cantautore aretino è a Milano, al Teatro Manzoni, dove ha dovuto raddoppiare l’appuntamento avendo fatto sold out in breve tempo. Pupo racconta, diverte, coinvolge e canta. Lo fa per l’appunto molto bene, con una voce sempre estremamente pulita e armoniosa, come quando cominciò nel 1975 proprio dagli studi milanesi della Baby Records. Il pubblico del teatro abbandona l’atteggiamento impettito e, dopo aver partecipato per oltre due ore a suon di musica, vive ballando in piedi il finale di successi immancabili: Sarà perché ti amo, Gelato al cioccolato, Su di noi. Proprio da quest’ultimo brano, appartenente a tutte le generazioni di tanti Paesi, nasce l’idea di Pupo di raccontarsi con tanti aneddoti e immagini inedite, in una storia che implicitamente è anche quella di molte altre persone. Anzitutto per il fattore musicale.

Le sue melodie sono un patrimonio della canzone italiana, che se ha avuto un momento particolarmente felice, in cui si è trasformata in un prodotto da esportare all’estero, lo deve proprio ad artisti come Pupo. Non sono in molti a poter vantare una popolarità così grande in terra straniera, incontrando da sempre il gusto e le emozioni di così tante persone. La quantità di pubblico che sta seguendo questo tour testimonia proprio una gratitudine nei confronti di chi ci rende belli anche oltre i nostri confini. Sarebbe opportuno, a questo punto, domandarsi anche se abbia senso vituperare quel popolo russo che più di ogni altro ha saputo valorizzare la nostra cultura. La risposta che ci dovremmo dare è fin troppo scontata e arriva proprio dalla platea del Manzoni, che vede seduti anche russi e ucraini indistintamente. Senza barriere. In fondo, è la musica a creare colore (emotivo) e non il colore (politico) a creare la musica. Quella di Pupo, se proprio deve coincidere con un fattore cromatico, è Viola. Come la sua Fiorentina che si sta giocando un finale di stagione importante. Senza farlo apposta, così, diventano più che mai attuali le strofe di Firenze Santa Maria Novella che inneggiano alla squadra capitanata all’epoca da Antognoni e ora omaggiata da Pupo con la foto di Astori. L’immagine del capitano scomparso improvvisamente cinque anni fa crea un’emozione che si va a sommare a tante altre. A partire da quelle per le dediche in musica ai genitori: mamma Irene, oggi ospitata in una casa di cura per demenza senile, e papà Fiorello, postino funambolico da cui il figlio ha ereditato la straordinaria personalità artistica ma anche il terribile vizio del gioco. Da cui fortunatamente Pupo è uscito da ormai vent’anni. Guarda caso, proprio il periodo in cui è rinato anche professionalmente. Quando si vuole, si può migliorare la propria vita e farne qualcosa di spettacolare.

Ecco perché Su di noi è una storia di gioie e fragilità che appartiene a molti, che va raccontata per gli epiloghi positivi che sa dare: educativa, sincera, ricca di umanità e lontana da ogni tipo di ipocrisie. Pupo era sull’orlo del suicidio e oggi si ritrova a riempire due serate a Milano dopo averlo già fatto a Mantova, Bologna, Firenze, Napoli, Sanremo. Per l’estate tante altre date in arrivo da Nord a Sud.

Lo spettacolo alterna molto racconto parlato a tantissima musica, e si rivela un concentrato di successi internazionali (Ti scriverò, Forse, Ciao, Lo devo solo a te, Un amore grande, Bravo, Lidia a Mosca, Non mi arrendevo mai) che tocca anche brani di altri artisti: Riderà di Little Tony, Tornerò dei Santo California (è riportata al successo proprio da Pupo), ma persino un rock puro come andava di moda negli anni ‘70 quando anche il giovane Ghinazzi cominciava facendo le cover delle band in voga in quel periodo. E poi c’è lei: Clara, una delle figlie del cantante che insieme al padre ha da poco inciso Il centro del mondo. Il talento c’è, la voglia di crescere e la capacità di stare sul palcoscenico anche: potremmo presto assistere a una nuova bella carriera. Nel frattempo ci godiamo una bella storia, che racconta più che narrare tanti amori come ci si potrebbe attendere, racconta tanto amore. Sentimento vero. Quello usuale per i cantautori che hanno iniziato negli anni ‘70, ora incautamente cancellato da certi giovani che non sanno mettere due note in croce consecutive sul pentagramma per creare una melodia. Pupo intrattiene con tanta simpatia per ore e mezza di spettacolo senza autotune. E senza ostacoli o veti sociopolitici. In fondo lo canta dal 1981: Su di noi nemmeno una nuvola. Così sia. Stasera si replica: chi non vuole sentirne del derby di coppa ha una valida alternativa, qualche biglietto disponibile potrebbe ancora trovarsi.

Massimiliano Beneggi

La scaletta del concerto:

Gente mia

Lo devo solo a te

Burattino telecomandato

Ciao

Cosa farai

L’indifferenza

Tu vincerai

Medley al pianoforte: Bravo/Io non mi arrendevo mai/Lidia a Mosca

I colori della tua mente

Forse

L’azzardo di Eva

Il centro del mondo

Riderà

Ti scriverò

Tornerò

Un amore grande

Firenze Santa Maria Novella

Sarà perché ti amo

Gelato al cioccolato

Su di noi