Dal 23 al 28 maggio il Teatro della Cooperativa di Milano (via Hermada) ospita Utoya, scritto da Edoardo Erba, diretto da Serena Sinigaglia e interpretato da Arianna Scommegna e Mattia Fabris.

È il 22 luglio del 2011, in Norvegia. Anders Behring Breivik scatena l’inferno. Otto morti con un’autobomba a Oslo, un diversivo, e poi Il vero obiettivo: 69 ragazzi laburisti uccisi uno a uno nell’isola di Utøya, il paradiso nordico, sede storica dei campeggi estivi dei giovani socialisti di tutto il mondo.

La narrazione restituita dai media fu distorta, faziosa e arbitraria: una delle tante tragedie causate da “pazzi” armati, come quelle che succedono spesso negli USA. Niente di più sbagliato. La strage fu pianificata per anni, con lucidità e coscienziosità al limite maniacale, e non fu contro un obiettivo a caso, ma contro il cuore delle giovani “promesse” del socialismo europeo: una strage politica.

Foto di Serena Serrani

Utoya è il tentativo di fare memoria e denuncia senza fare teatro civile, è a pieno titolo una tragedia contemporanea, perché quanto narrato è accaduto davvero.

Così dichiara Edoardo Erba:

Dopo il 1989 il mondo è diventato un posto molto più complicato da interpretare, e dopo il 2001 capire un evento è come entrare in un labirinto

Ciò che il Teatro, anzi la mia scrittura teatrale, può fare dentro questo labirinto è trovare dei personaggi che lo percorrano e che ce lo restituiscano attraverso il filtro della loro personalità e dei loro rapporti. Così con Arianna, Mattia, Serena e Luca, compagni in questa avventura, abbiamo scelto di tornare là, in Norvegia, quel terribile 22 luglio del 2011, a osservare tre coppie coinvolte in modo diverso in quello che stava accadendo. Attraverso di loro ho spalancato una finestra di riflessione, che se non ci dà tutto il filo per uscire da quel labirinto, per lo meno a sprazzi, ne illumina alcune zone oscure con la luce della poesia.

Comunicato stampa ufficiale