La realtà dei manicomi al Parenti: “Tutti non ci sono”

Da stasera 23 maggio al 25 maggio in Sala Treno Blu al Teatro Franco Parenti di Milano va in scena Tutti non ci sono.

Tutti non ci sono inizia con la proiezione di un filmato girato a New York dall’italoamericano Gerald Saldo: nella Grande Mela, un paziente psichiatrico esce da un ospedale con una gabbietta vuota in mano e vaga senza meta per la città.


L’uomo indossa un camice, un pigiama ed un paio di pantofole; ha il volto bianco e
smagrito. È il 1978 e, in ossequio alla legge 180 di Franco Basaglia, chiudono i manicomi.
I pazienti vengono dimessi dagli ospedali psichiatrici, catapultati nella città senza alcun
criterio, senza considerare che molto spesso il matto viene considerato dalla società come
qualcosa di ingombrante e scomodo, di cui nessuno si vuole assumere la responsabilità.
Lo spettatore è costretto, suo malgrado, a confrontarsi con la diversità, con un uomo che
si fa fatica a considerare un attore che recita.

D’Ambrosi ricrea quella ritrosia che è tipica di chi si trova di fronte a un vero malato di
mente, riuscendo nell’intento di dimostrare quanto sia labile il confine tra pazzia e
normalità. Una rappresentazione sincera che fa riflettere sul concetto stesso di pazzia al di là dei
comuni preconcetti e sul rapporto tra la nostra presunta normalità e quello che chiamiamo
follia.

Comunicato stampa ufficiale