La notizia della morte di Silvio Berlusconi sta scuotendo tutto il mondo. Politica, sport, televisione, editoria, stile: il Cavaliere è stato il più grande protagonista della storia degli ultimi 45 anni d’Italia. Sempre vincente, ha contribuito con le sue aziende a fare lavorare milioni di persone. L’uomo da cui è rimasto imprescindibile il destino del nostro Paese in ogni campo. Compreso l’attuale governo, che non sarebbe mai potuto nascere senza il mancato appoggio di Forza Italia a Draghi lo scorso luglio e, quindi, la successiva alleanza con le altre forze di centrodestra. Con Silvio Berlusconi se ne va davvero un pezzo d’Italia. Per questo, ora è necessario solo tanto rispetto e silenzio. E applausi.

Si potesse pensarla o meno politicamente come lui, Berlusconi ha rappresentato il più alto punto di imprenditoria del nostro Paese. E lo ha dimostrato anche nel teatro, non bastasse il campo televisivo dove ci ha regalato tre reti private e la possibilità di uscire dall’epoca di un monopolio statale.
Ricorderemo infatti, in questo spazio che da sempre si occupa soprattutto di teatro, come fosse stato proprio Silvio Berlusconi a rilanciare, negli anni ‘70, il Manzoni di Milano. Destinato a diventare un supermercato, Berlusconi con la sua Fininvest acquisì la proprietà del teatro nel 1978, consentendo la prosecuzione delle attività e affidando la direzione artistica a Luigi Foscale. Non solo, iniziò così una fase nuova per il Manzoni che da quel momento si concentrò soprattutto sulla prosa e sui grandi spettacoli. È grazie a Silvio Berlusconi, dunque, se in Italia abbiamo ancora uno dei teatri più eleganti, nonché punto di riferimento per la prosa e in particolare per la commedia. Lo scorso ottobre Berlusconi aveva anche scritto la presentazione del libro dedicato ai 150 anni del Teatro Manzoni, dove non a caso aveva voluto chiudere la sua ultima campagna elettorale a settembre. Immensa l’emozione di quel giorno dove, già affaticato, non voleva mancare all’appuntamento nella sua “bomboniera” teatrale. A conferma di un amore che lo ha sempre tenuto legato allo spettacolo, nonostante i tantissimi impegni politici. Ci piace immaginarlo nuovamente lassù a guardare la prossima stagione teatrale, insieme a Walda Foscale.
Immaginate cosa sarebbe stata l’Italia senza Berlusconi. Forse non conosceremmo nemmeno la parola spettacolo nell’accezione comune a tutti. Gli altri campi li lasciamo a chi se ne occupa più di noi, ma nessuno può essere indifferente e negare la forza di questo immenso personaggio. Oggi l’Italia piange. E applaude, perché se non lo fa sputa anche su se stessa e sulla sua cultura.
Massimiliano Beneggi