Da giovedì 29 giugno è in onda, ogni settimana su Raidue, un nuovo programma dal titolo Non sono una signora. O, se preferite, la versione drag Queen de Il cantante mascherato. Quindi ovviamente più colorato, più esasperato, più eccentrico, più inquietante. E di conseguenza più trash. Ecco, se vi chiedevate come avesse fatto un programma come quello della Carlucci ad andare oltre la prima edizione, adesso domandatevi perché dobbiamo averne anche una versione estiva, peggiore.

Cinque Vip si esibiscono ogni settimana nei panni di ironiche e divertenti drag Queen, di cui una giuria altrettanto vipposa (Maionchi, Magnini, Salerno, D’Avena) prova a intuire la reale identità. Mentre altre tre drag professioniste (convince Elektra, elegante Maruska, eccessiva Vanessa) decidono le sorti della gara, stabilendo finalisti ed eliminati. Tutto molto più rapido rispetto a Il cantante mascherato: in ogni serata solo uno passa il turno, di tutti gli altri sono rivelate le identità. Nome d’arte, scenografia, canzone e costumi delineano gli indizi per riconoscere le drag. A passare il turno è quindi il migliore della puntata: anche qui insomma i giudici vip sono utili solo a fare un po’ di show e a dare ritmo alla trasmissione. Lo riescono a fare però solo Mara Maionchi e Sabrina Salerno (che probabilmente vorrebbe essere al posto della conduttrice e le va stretto il ruolo di ospite d’onore). La D’Avena (pesce fuor d’acqua) non riesce a esprimersi lasciando parlare la dirompente Sabrina, mentre Magnini è costretto a cedere il passo per cavalleria essendo l’unico uomo. A disagio anche lui.

Della trasmissione non si sentiva l’esigenza: ennesimo programma dove sembra che tutto sia irresistibilmente importante, con una giuria obbligata a ripetere sempre le stesse frasi. Volgarità ce ne sono, inutile girarci intorno: il mondo drag Queen, con la scusa dell’ironia, non ha mai lesinato doppi sensi e talvolta ci sono anche qua. I programmi per famiglie sono diventati così, abituiamoci.

Cambia tutto: scordiamoci i giovedì sera estivi di casa Rai fatti di programmi di Jocelyn e Stasera mi butto. Ormai i talenti si mostrano solo dietro a una maschera da scoprire. Niente di nuovo, tutto trito e ritrito con il gap della mancata diretta che rinuncia al televoto (e questo è un bene, almeno non si prende in giro il pubblico), ma appare ancor più artefatto anche per via di tagli di regia inauditi.

Anche sui vip scelti come concorrenti si potrebbe fare di meglio: se metti in gara volti (senza offesa) poco conosciuti come Pietro Nardi e Paolo Ciavarro, la gente si chiederà chi siano costoro anche una volta svelate le identità. A chi insinui il contrario, sarebbe interessante chiedere per cosa è famoso il primo oltre ad aver fatto casino al GF di vent’anni per volere le sigarette, e chi sarebbe il secondo se non avesse due genitori già famosi. Se si vuole giocare coi vip, si scelgano solo quelli veri. Ma, poi, accettino di partecipare solo quelli che devono farlo: si capisce la voglia di farsi conoscere di Rocco Siffredi che tra un po’ sarebbe ridicolo nella sua carriera porno, ma Roberta Capua non ha certo bisogno di questo. Deprime un po’ vedere una brava conduttrice come lei nei panni di Vulcania, a giocare con unghie lunghe (a proposito, lei sembra davvero una maschera del programma di Milly Carlucci, più che una drag Queen).

Alla conduzione Alba Parietti, abituata a fare da ospite e poco capace come padrona di casa. Appare tesa, senza emozione. Non sa nemmeno lei se usare la concentrata professionalità di Milly Carlucci quando svela i cantanti mascherati, oppure l’ironia di Simona Ventura quando presentava ospiti funambolici e improbabili a Quelli che il calcio. Il risultato è che non è né carne né pesce e Alba si ritrova nuovamente fra le mani l’ennesimo flop annunciato.

Il programma, tuttavia, non chiuderà al contrario di quel che accade solitamente con le trasmissioni della Parietti: questa volta ad aiutarla c’è una stagione estiva che, se rinunciasse a questo format, dovrebbe ormai fare in fretta e furia delle repliche. Insomma è come quando non si esonera l’allenatore ultimo in classifica perché tutte le alternative sono occupate.

Massimiliano Beneggi