Dal 28 al 30 settembre al Teatro Out Off di Milano (via Mac Mahon) va in scena Fr4ankeste1n, con Stefano Cecchetti, Nicola Ciulla, Alessandro Gautiero, Paolo Gramegna e Cecilia Uberti Foppa. Regia di Davide Garattini Raimondi, che ne ha scritto anche la drammaturgia.

Foto di Silvia Varrani

Così il regista presenta lo spettacolo:

La creatura potrebbe diventare creatore del suo stesso creatore?
Il creatore, di per sé, è anche creatura? Di quale creatore allora?
Potrebbe, il creatore, diventare creatura della sua stessa creatura?
Sono, siamo, allora tutti, tutte creature?
Domande che precedono un percorso creativo e anche esistenziale. Abbiamo inseguito cinque strade differenti, una per ogni attore, per capire alla fine se abbiamo una risposta, o se le risposte, forse, sono cinque.
Un creatore che si crede demiurgo, ma che si scopre creatura, una creatura che crede di essere tale ma è creatrice, due creature che sanno di essere creature ma uno lo accetta e l’altro no. Poi, il quinto. E noi? Cosa siamo, creatura o creatore? A volte l’uno e a volte l’altro. La domanda, le domande che accompagnano questo nostro percorso, in questo preciso momento storico, dove non è così scontato trovare delle certezze su questo argomento. Nemmeno le domande sono scontate.
Il romanzo di Mary Shelley viene trasportato in un’atmosfera indefinita, desolata e in continua trasformazione. Le cinque creature si immergono nel dramma di colui che dà la vita, e nella sofferenza di chi viene abbandonato o abbandonata, solamente perché non si trova la forza, la necessità anche di affrontare lo sconosciuto, il diverso, l’altro.
Abbiamo letto Mary Shelly così come si osserva un corpo altro, l’abbiamo sezionato e rimontato, forse come quando si recide e si cuce la carne, la pelle. Per dare vita ad una nuova creatura, diversa dalle altre ma sempre creatura? Ecco nata un’altra domanda.
Una creatura che ci guarda negli occhi e noi non abbiamo il coraggio di parlargli. Perché lo sconosciuto non sappiamo come affrontarlo.
FR4ANKENSTE1N è la domanda del dolore dello scoprirsi fisicamente diversi, emarginati. Ma è anche un grido per rimanere, nonostante tutto, attaccati alla vita.

Comunicato stampa ufficiale