Vi ricordate Novecento, la trasmissione inventata e condotta da Pippo Baudo, andata in onda dal 2000 al 2003 e qualche anno più tardi in un’edizione del 2010? Bene, se ve la ricordate vuol dire due cose: avete visto bella televisione e possedete una buona memoria. Sì, perché purtroppo di quel programma non esiste alcuna traccia né tra le repliche notturne della Rai, né sulla piattaforma Rai Play. Novecento resta solo nella mente di chi lo ha vissuto e guardato in quegli anni, ma non è possibile rivederlo.

Eppure si tratta di una trasmissione che, raccontando un secolo già all’epoca concluso, potrebbe andare in onda oggi stesso mantenendo identica attualità. Anzi, oggi più di allora risulterebbe straordinariamente interessante: una enciclopedia di documenti che vale la pena recuperare.
Novecento era una trasmissione condotta con la consueta e proverbiale competente professionalità di Baudo, che rievocava in ogni puntata tre storie dedicate a personaggi e situazioni influenti soprattutto nella nostra cultura italiana. Si andava dal ricordo di Falcone e Borsellino a quello della dinastia Agnelli fino ad arrivare a Vincenzo Muccioli, Luigi De Filippo, Indro Montanelli, la strage di Piazza Fontana e via con una serie di ritratti costruiti meravigliosamente grazie al supporto di Umberto Broccoli.
Nessun tono cattedratico: tutto partiva da un’intervista di Baudo a un ospite, coadiuvato da un paio di filmati, una canzone e una domanda a testa posta dai quattro ospiti di tutta la puntata. Intrattenimento puro unito squisitamente alla storia.

Il programma era nato come costola di una striscia quotidiana sotto forma di quiz. Si intitolava Giorno dopo giorno e aveva segnato il secondo ritorno di Rai di SuperPippo dopo l’esilio sfortunato a Mediaset. A sua volta, vi fu un altro spin off di Novecento: il titolo era Cinquanta e celebrava l’anniversario del mezzo secolo di televisione. Così nel 2004 andava in onda quella trasmissione, strutturata alla stessa maniera di Novecento, ma concentrata sul modo che la televisione aveva usato per raccontare gli eventi più importanti del secolo. Deliziosa la sigla, Ne abbiamo fatta di strada, interpretata da Bruno Lauzi.
Una bella trasmissione, che riscuoteva successo tanto da permettersi di traslocare in breve tempo da Raitre alla rete ammiraglia di viale Mazzini. Perché dunque rimane irreperibile sulla piattaforma Rai?
Paghiamo il canone per un servizio pubblico che ci offre Cattelan, avremo pur diritto ad avere a nostra disposizione anche un po’ di cultura?
A onor del vero su RaiPlay è davvero limitata l’offerta dei programmi di Pippo Baudo: si ritrovano solo le puntate di Luna Park (quello degli anni ‘70, con Heather Parisi) e Papaveri e Papere con Giancarlo Magalli. Tutto il resto è affidato solo ed esclusivamente alla nostra memoria. Numero Uno, Serata d’Onore, il Luna Park degli anni ‘90, le sue Domenica In, Fantastico, Festival di Sanremo (ne ha condotti 13!) sono tutti assenti nel materiale reso disponibile dalle teche Rai. Le generazioni future faticheranno così a comprendere cosa rappresenti Pippo per il piccolo schermo e per quale ragione di tanto in tanto ne sentono parlare, trattato come il Papa della liturgia televisiva. Tutte trasmissioni che fecero record di ascolti, ma che oggi appaiono irreperibili nonostante le possibilità del web.
Sarà il caso di rimediare. O forse c’è paura che poi troppa gente si metterebbe a guardare Rai Play a discapito della televisione di oggi?
Massimiliano Beneggi