L’Italia torna a vincere la Coppa Davis dopo 47 anni. Ne parlano tutti, anche quelli che fino a pochi giorni fa avrebbero volentieri usato le racchette da tennis come dei battipanni. In ogni campo si parla del trionfo di Sinner e Arnaldi. Ma cosa significa per la televisione questo successo nella Coppa Davis? Proviamo a capirlo.

La risposta sta già nella premessa stessa: tutti parlano di tennis in questi giorni. È quanto basta alla televisione per avere la certezza che le partite possano raccogliere un nutrito pubblico. D’altra parte, va ricordato che nella storia dell’Auditel (la società che rileva i risultati di ascolti televisivi dal 1986) i programmi più seguiti sono da sempre gli eventi sportivi. Dunque, se tutti parlano della Coppa Davis, ecco che da questo momento in avanti le partite più importanti di tennis non potranno essere trasmesse solo su Rai Sport. Si dovrà proseguire a mandare in onda il tennis sui primi tre canali Rai, come accaduto da due settimane a questa parte. E di quanto siano cambiate le abitudini televisive per merito del tennis, il pubblico se ne è accorto dopo i tanti rinvii delle trasmissioni che non volevano sfidare il torneo ATP.

Dunque la Coppa Davis vinta porterà a una trasformazione delle abitudini televisive, che da sempre non può prescindere dallo sport. Poi, di quanto la tv sia lo specchio della società e faccia da cassa di risonanza rispetto a ogni argomento, si è già detto abbastanza in tutti questi anni. Ed è tutto talmente vero da poterci dare quasi una conferma: la Coppa Davis vinta porterà sempre più pubblico a guardare il tennis in tv, quindi ci sarà sempre più interesse sociale verso i campi in terra battuta.

È utile fare una breve analisi degli ascolti sportivi più straordinari di sempre in televisione (almeno da quando i dati sono rilevati da Auditel, dando quindi risultati molto più definiti e attendibili rispetto a un tempo).

Il programma più visto di sempre è la semifinale dei Mondiali di calcio 1990 tra Italia e Argentina. 27.537.000 spettatori, con l’87.5% di share. Numeri incredibili: vuol dire che su 100 televisori accesi quella sera, solo 12.5 erano sintonizzati su qualcosa di diverso da quella partita (peraltro poi persa ai rigori dalla Nazionale Azzurra).

Nella classifica assoluta dell’Auditel in Italia, seguono poi 48 partite di calcio (non solo di Nazionali, ma anche di partite di Champions’). Al cinquantesimo posto di quella speciale classifica, ecco il primo programma non sportivo più seguito di sempre: il Festival di Sanremo. Per la precisione la seconda puntata dell’edizione 1995, condotta da Baudo con Anna Falchi e Claudia Koll: la più vista come telespettatori (oltre 18 milioni), con share positivissimo ma non il migliore di sempre (65.42%, la finale di quello stesso anno fece meno spettatori ma addirittura il 75% di share).

Continuando l’excursus tra i dati Auditel relativi allo sport, non si può negare la centralità di sci, Formula Uno, Moto Gp e ciclismo.

Impossibile dimenticare la discesa di Alberto Tomba nel 1988 quando vinse l’oro alle Olimpiadi in Canada: venne interrotta proprio la finale di Sanremo, di cui ovviamente giovò lo sci guadagnando oltre 11 milioni di spettatori per uno share del 70%. Il Gran Premio di F1 più seguito fu il primo del 2000 (l’anno in cui poi Schumacher riportò il titolo piloti alla Ferrari dopo più di vent’anni). La gara di Indianapolis quella volta, in prima serata su Raiuno, fece ben 14 milioni e mezzo di telespettatori, per uno share del 55.90%. Il motociclismo deve tutto a Valentino Rossi: l’8 novembre 2015 a Valencia vinceva il suo Mondiale più sofferto e sorprendente. La tv ringraziò: 9 milioni e mezzo di telespettatori, share al 46.6%. Il ciclismo si inginocchia di fronte all’ultima vittoria di Marco Pantani: quel successo nella tappa di Courcevel nel 2000 (dunque un anno dopo lo stop di Madonna di Campiglio che determinò di fatto l’inizio della fine di un campione e di una persona), registrò 6 milioni di spettatori per uno share del 54% su Raitre.

Si evince presto il comune denominatore: la vittoria italiana porta sempre tanti appassionati davanti al piccolo schermo. È un modo per condividere qualcosa, passare del tempo insieme ad amici svagandosi. Calcio, sci, motociclismo, automobilismo e ciclismo sono diventati sport amatissimi dagli italiani. Veri e propri must della nostra cultura, impostaci anche dalla stessa tv.

In quanto al tennis, la sfida tra Sinner e Djokovic nella finale ATP (persa dall’azzurro) aveva già fatto segnare il record: 2 milioni e mezzo di spettatori. Ora la partita vinta nella finale di Coppa Davis quasi certamente avrà battuto ogni record. Insomma, per il tennis l’Auditel è una novità (non esisteva ai tempi di Panatta). La televisione in un certo modo scopre solo adesso il tennis, o perlomeno solo ora capisce quale peso abbia.

L’Italia ha scoperto un nuovo argomento: finalmente non vedremo più Lea Pericolime commentare (male) le partite dei Mondiali di calcio, perché lo sport dove fu un’eccellenza diventa di portata televisiva. Non sarà più necessario parlare solo di calcio: i salotti sportivi dovranno dedicare ampio spazio al tennis. Per non parlare delle pubblicità che imperverseranno anche sul piccolo schermo e le ospitate di Sinner che vedremo nel corso del tempo. Impossibile per il piccolo schermo esimersi dal tenere in considerazione tutto il clamore creatosi in questi giorni, al punto da mettere in secondo piano una partita come Inter-Juve. Non giriamoci intorno, con la vittoria in Coppa Davis 2023, cambia anche la storia della televisione, almeno per un futuro.

Massimiliano Beneggi