È terminato ieri sera Lea – I nostri figli. La seconda serie della fiction con Anna Valle e Giorgio Pasotti ha chiuso con un buon 18% di share che conferma l’affetto del pubblico, in una serata non facilissima come quella della domenica.

Ma, soprattutto, l’ultima puntata ha regalato al pubblico il finale che voleva sin dalla prima serie. Diciamocelo, di questi tempi è già bello avere dei finali nelle fiction che tendono ad avere sempre più conclusioni aperte.

Lea e Marco, ex coniugi entrati in crisi dopo la perdita del bambino in arrivo, nonché colleghi di lavoro (lei infermiera, lui primario di un ospedale pediatrico), nell’ultimo episodio si sono ritrovati dandosi quel bacio che mancava da troppo tempo. Si respirava da sempre quel sentimento, con una Lea mai davvero felice senza il suo Marco.

L’amore indissolubile vince su tutto, superando gli ostacoli e andando oltre il tempo. È questo il motivo principale di tutta la fiction, che punta sulla vittoria dei buoni sentimenti, contro ogni forma di orgoglio e di pregiudizio. Anche le storie dei giovani pazienti portano sempre a questa conclusione: bisogna fidarsi di chi ci guarda con amore e si prende cura di noi, perché non è certo l’astio il sentimento che permette di vincere le battaglie a cui siamo chiamati. Meglio fare come Lea: circondarsi di persone serene e, appena si scopre che le cose non funzionano come si era previsto, cambiare vita e ricominciare da capo. Da se stessi.

Anche Lea abbandona Arturo (finto eccessivo buonista nauseante sin dalla prima stagione), padre di quella bambina (Martina) che ormai lei considera sua figlia (la madre biologica è sparita da anni). E anche Marco rinuncia alla sua nuova relazione con Valeria, appena si accorge che ferirebbe i suoi sentimenti se stesse con lei pensando a Lea. Una bella storia, semplice e lineare, nemmeno troppo banale, ben interpretata dai suoi protagonisti: su tutti Giorgio Pasotti e Anna Valle, ma eccezionali anche Primo Reggiani, Daniela Moroni, Manuela Ventura.

Quel che appare un po’ forzato è il finale: tutti allegri e riuniti attorno al tavolo il 25 dicembre, con Lea, Marco, Arturo, Martina, ma anche la ex compagna e la figlia di Marco. Va bene le famiglie allargate, ma forse è un po’ troppo. In ogni caso si tratta pur sempre di una fiction e abbiamo bisogno anche di questo per credere in un mondo migliore. Lea d’altronde non si preoccupa di essere “reale e concreta”, ma di dare risposte “vere” a problemi quotidiani, che ognuno legge dal punto di vista che preferisce. Lo fa partendo, appunto, da un concetto facile da dirsi ma meno da viversi: facciamoci amare da chi merita la nostra fiducia.

Nel disinteresse della concretezza, per esempio, gli sceneggiatori (Mauro Casiraghi, Anna Mittone) in questa seconda serie si sono dimenticati di fornire informazioni sul personaggio di Viola Parisi. La ragazza, interpretata da Rosa Barbolini, era una presenza fissa (un po’ come Spillo nel vecchio Amico mio) a causa di una dialisi che durava da tempo. Si innamorava anche di un ragazzino, Luca, fratello dell’ infermiera Michaela. Alla fine della prima serie, Viola veniva trasportata d’urgenza a Pisa per il trapianto di un rene. Ebbene, nella seconda serie nessuno (nemmeno Luca) ne ha mai più parlato: che fine ha fatto Viola? E che ne sarà del destino di Koljia, il bambino malato di tumore, che Marco e Lea volevano adottare e che poi tornava coi suoi originari genitori affidatari?

Lea – I nostri figli (che si concentrava più su dinamiche familiari) non ha dato risposte, ma in fondo ha seguito la sua coerenza lasciando implicito un messaggio: tutto è bene quel finisce bene, se c’è l’amore alla base. Dunque c’è da immaginare che le storie di Viola e Koljia siano finite bene, senza dover entrare troppo nel dettaglio.

Ora il pubblico attende già la terza serie, che in effetti potrebbe davvero arrivare. La prima serie è stata diretta da Isabella Leoni, mentre la seconda ha avuto la regia di Fabrizio Costa.

Massimiliano Beneggi