Massimo Lopez e Tullio Solenghi sono in scena fino al 1 dicembre al Teatro Manzoni di Milano, con il loro nuovo spettacolo che sta girando l’Italia: Dove eravamo rimasti (produzione Imarts) degli stessi Lopez e Solenghi con Giorgio Cappozzo. Per San Silvestro sono previste 2 recite, alle ore 17,30 e alle ore 21,30. Ecco la recensione.

Foto di Marco Caselli Nirmal

IL CAST

Massimo Lopez, Tullio Solenghi.

LA TRAMA

Tre anni dopo la pandemia che aveva interrotto tutte le attività teatrali, compreso il precedente spettacolo Massimo Lopez e Tullio Solenghi Show, i due comici ripartono da “dove eravamo rimasti”. Ossia dalla voglia di ridere, che probabilmente ci si è dimenticati possa appartenere a questa vita. Per questo fanno diffondere nella sala un fumo dalla fantomatica proprietà di sollecitare il divertimento di fronte alla comicità. Così i due amici intrattengono a suon di varietà e imitazioni che moltiplicano i personaggi in scena: Frank Sinatra, Vittorio Sgarbi (che ha visto e apprezzato lo spettacolo, come ha sottolineato Solenghi in conferenza stampa) Sergio Mattarella, Papa Francesco, Stanlio e Ollio, le Gemelle Kessler, Maurizio Costanzo, Papa Benedetto XVI, Giampiero Mughini, Mike Bongiorno, Corrado, Nunzio Filogamo, Pippo Baudo, Cristiano Malgioglio. L’obiettivo è far ridere, in maniera contemporanea ma guardando al passato, ripristinando i princìpi originari della società: non mancano quindi canzoni anni ‘30 e numeri da avanspettacolo. Il titolo stesso dello show è anche un omaggio al grande Enzo Tortora. C’è addirittura spazio per la rilettura delle favole ai tempi del politically correct che impedisce a Cappuccetto Rosso di essere a casa da sola con la mamma, di vedere nel lupo un animale cattivo e persino di essere “Rossa” o di qualunque altro colore. E poi ancora Giacomo Leopardi che recita “A Silvia” i diversi dialetti regionali. Ai più attenti non sfuggiranno piccole autocitazioni, come quella di Lopez che al telefono riesuma una sua vecchia battuta di uno spot televisivo “Una telefonata allunga la vita”: tutto nel segno di un passato meraviglioso da non lasciare cadere nel dimenticatoio. Riusciranno Lopez e Solenghi a far ridere con tutti questi numeri e con l’aiuto del fumo diffuso nella sala? La risposta già la immaginate e vi state dando quella giusta.

LA MORALE

Non dobbiamo mai dimenticarci di ridere e da dove arriviamo. L’ironia è una vera chiave di lettura di questa vita: se la scegli non rinneghi la realtà, né manchi di rispetto a qualcuno. Stai solo guardandola con una leggerezza che può far bene.

Foto di Marco Caselli Nirmal

IL COMMENTO

Uno spettacolo come Dove eravamo rimasti potrebbe durare molto più dell’ora e mezza prevista e non annoierebbe. Ma soprattutto manterrebbe quella sensazione di trovarsi di fronte a due talenti inesauribili che hanno da fornire troppi numeri per non meritarsi i ripetuti applausi. Il pubblico ride dall’inizio alla fine, quando poi arriva il momento di commozione per un omaggio canoro alla grande Anna Marchesini. Il politically correct, come ammettono i due attori, non deve essere contemplata nella comicità: per fortuna lo ribadiscono con questo spettacolo, dove non hanno remore nei confronti di nessuno. Chi altro se non Lopez e Solenghi avrebbe potuto fare un’imitazione di Bergoglio e Mattarella (lo sketch più riuscito) che dialogano tra loro, prendendoli in giro ma senza irriverenza? Chi altro se non Lopez e Solenghi potrebbe imitare persone passate a miglior vita, rendendoli talmente attuali da far dimenticare che non ci siano più? Evitate di fare addominali per una settimana: ci pensano Lopez e Solenghi a farceli allenare a suon di risate. Una serata di festa più che consigliata: obbligatoria per chi ama il varietà.

IL TOP

La qualità migliore di Lopez e Solenghi è tutta da definire, perché sono troppi i talenti che li caratterizzano. Quella di cui si parla meno, però, dandola erroneamente per scontata, è la loro amicizia che li fa essere così affiatati e in forma. Con la carriera e i successi che hanno alle spalle potrebbero tranquillamente proporre uno spettacolo di ricordi, aiutandosi anche con dei video. Invece fanno tutto dal vivo, senza sedersi sugli allori di un’epoca che li ha visti numeri uno assoluti. Anzi, quando usano un video si complicano persino il lavoro e sono eccezionali: rispondono in tempi perfetti al collegamento registrato che li vede protagonisti con Ratzinger e Costanzo. Anche per questo, ancora oggi sono loro i veri numeri uno della comicità. Aggiungiamo che fanno ridere anche in quanto sono attori, con buona pace di tanti che fanno sorridere provenienti dal web. Quando si parla di “bei varietà”, si fa riferimento proprio a questo intrattenimento: se la tv avrà voglia di rendersene di nuovo conto, Lopez e Solenghi sono sempre lì…

LA SORPRESA

Ad accompagnare Lopez e Solenghi una grande band dal vivo (la Jazz Company diretta dal Maestro Comeglio), che rende tutto più emozionante e più vicino al varietà che amiamo. Quel varietà che i due attori (entrambi esordienti al Teatro Manzoni in momenti diversi negli anni ‘70) hanno fatto conoscere al grande pubblico televisivo insieme alla Marchesini. A proposito di Anna, Lopez in conferenza stampa ha raccontato un aneddoto che merita di essere rievocato. Si creava uno sketch improvvisato senza pubblico: Lopez chiedeva “Anna Marchesini, come è arrivata al successo?”, e lei: “Lodata, lodata, lodata tantissimo”. Questo era il Trio, questi sono ancora loro (perché l’anima di Anna è assai presente sul palcoscenico). Ci sarà un motivo se si ride di gusto come allora: questa comicità immortale vale per tutte le epoche.

Articolo di Massimiliano Beneggi