Dal 19 al 28 gennaio al Teatro Franco Parenti di Milano, quindi dal 31 all’11 febbraio mal Teatro Parioli di Roma arriva Farà giorno, una commedia in due atti di Rosa A. Menduni e Roberto De Giorgi per la regia Piero Maccarinelli, con Antonello Fassari, Alvia Reale, Alberto Onofrietti.

Protagonista Antonello Fassari, nel ruolo del vecchio partigiano Renato. Un confronto tra due epoche e due mondi contrapposti, che regala grandi emozioni.
La trama. Tutto si svolge in un interno, la stanza di Renato, mentre fuori la città con il suo caotico e
bruciante ritmo consuma energie. Ma non c’è nulla di minimalista, perché nella stanza di
Renato l’incontro e lo scontro verte sulle differenti posizioni morali dei tre personaggi o
sull’accettazione indotta di uno di loro, sul loro passato e il loro presente in una società
sempre più disgregata, dove sembra sempre più difficile trovare principi fondanti comuni. 
Il testo vive sulle rimozioni del passato, sui sensi di colpa e su un orgoglio troppo
superficialmente esibito. 


Renato, vecchio partigiano e medaglia d’oro al valore della Resistenza, si trova sulla
strada di Manuel, teppista di periferia con spiccate simpatie nazifasciste.
Manuel, uscendo dal garage condominiale, in una manovra scellerata, investe con
l’auto Renato e “tratta” con lui un periodo di assistenza domiciliare solo per evitare una
denuncia.

Comincia così una sfida senza esclusione di colpi, anzi, una partita a due che tra
azzardi, bluff ed inganni assumerà poco per volta i contorni di un confronto tra due
opposte visioni della vita e del senso della Storia.


In questo percorso ora aspro e diffidente, ora scanzonato e ironico, la comune ricerca di
umanità e di verità li aiuterà a vincere le rispettive diffidenze rivelando le proprie
debolezze e paure: il bilancio di una vita intera per l’uno, la mancanza di prospettive per
il futuro per l’altro.


L’inaspettato e improvviso ritorno a casa di sua figlia Aurora è, per Renato, l’evento che
riapre la strada a dolorosi ricordi, ma anche alla speranza di una riconciliazione in cui
ormai non credeva quasi più: li hanno separati trent’anni di silenzio e di lontananza ma,
ancora prima di questo, la scelta di vita di Aurora e la decisione più difficile che un
padre possa prendere.