È in scena fino al 4 febbraio al Teatro Arcimboldi di Milano La Divina Commedia Opera Musical (produzione Mic International Company) tratto dalla commedia di Dante Alighieri, con i testi di Gianmario Pagano e Andrea Ortis. Ecco la recensione.

IL CAST

Antonello Angiolillo, Andrea Ortis, Myriam Somma, Leonardo di Minno, Valentina Gullace, gipeto, Antonio Sorrentino, Sofia Caselli e un corpo di ballo di 12 ballerini acrobati. Regia di Andrea Ortis

LA TRAMA

Smarrito nell’animo dopo essersi imbattuto nelle bestie feroci del peccato, Dante incontra il suo Maestro, il poeta Virgilio. Di lui si fida e si lascia così condurre in un viaggio ultraterreno, che lo possa aiutare a comprendere la sua intimità e a superare tante incertezze. Virgilio porta Dante tra Inferno, Purgatorio e Paradiso, facendogli respirare diversi stati d’animo e rassicurandolo sulla necessità di usare coraggio in questo percorso. Sarà così che troveranno Paolo e Francesca, condannati nel girone dei lussuriosi a vivere sotto una tempesta infernale dopo un’esistenza fatta di sola passione. Successivamente incontreranno Pier Delle Vigne, trasformatosi in un tronco senza vita dopo essersi negato il futuro suicidandosi, e il Conte Ugolino, raggelato e isolato dopo avere divorato i propri figli. Arrivati sulla spiaggia del Purgatorio, Dante e Virgilio troveranno anime in preghiera e penitenti, tra cui Pia de’ Tolomei, i poeti Guinizzelli e Daniel. Ma tutto il viaggio ha un solo fine: raggiungere il Paradiso, per incontrare l’amata e sospirata Beatrice con quell’abbraccio che l’animo di Dante non ha mai avuto il coraggio di concedersi.

LA MORALE

Tutto è mosso dall’amore, vero scopo di questa vita per avvicinarci al Bene del Paradiso. In una visione che ha sempre accomunato Dante alla filosofia platonica, La Divina Commedia rimane il miglior complesso di metafore e allegorie per comprendere il vero significato dei sentimenti. Meglio arrendersi dunque all’amore verso il prossimo, che ci fa essere migliori, piuttosto che lasciarci trascinare dal peccato, senz’altro più comodo ma tortuoso per la nostra anima.

IL COMMENTO

Un autentico kolossal teatrale torna nei più grandi teatri dopo tanti sold out. Andrea Ortis riesce a unire il genere musical con quello operistico: i testi sono comprensibili, le melodie più impegnative rispetto a quelle di spettacoli analoghi. La storia però è riassunta perfettamente attraverso una selezione accurata dei momenti più rilevanti della Commedia: in questo modo ci si appassiona, al punto di percepire quasi come un rallentamento nei pochi parlati del testo. Si appassionano in tanti, di ogni generazione. L’Arcimboldi si riempie di adulti ma anche di tanti ragazzi che, nel frattempo, senza accorgersi introiettano un genere operistico a cui difficilmente si è abituati.

IL TOP

Antonello Angiolillo e Andrea Ortis sono due certezze del musical italiano. Rispettivamente nei ruoli di Dante e Virgilio, accompagnano con raffinata delicatezza il pubblico alla riscoperta di un’opera letteraria di cui forse troppo spesso ci sfugge la portata culturale che il mondo ci invidia. Ecco, tutto l’intero cast guidato da Angiolillo e Ortis interpreta magistralmente musiche non facili, ma che consentono di fare esprimere i grandi talenti di ognuno. Ortis, che è anche regista oltre che autore dell’adattamento, non si accontenta però e fa di più. Ecco dunque che i ballerini, guidati dal coreografo Massimiliano Volpini, sono uno spettacolo nello spettacolo. Gli applausi scroscianti alla fine delle due ore di messa in scena sono tutti meritati: La Divina Commedia Opera Musical è uno degli spettacoli più completi che si siano mai visti per contenuti e forma. Così si rende pop un testo che la scuola e le altre rappresentazioni teatrali, nel bene e nel male, ci hanno sempre insegnato a leggere in modi canonici e tutto sommato ripetitivi.

LA SORPRESA

Fondamentali nel racconto le spettacolari proiezioni di immagini in 3D di Virginio Levio, che si intrecciano con le azioni dei personaggi diventando molto più di un normale supporto alla storia. Sono praticamente un espediente scenografico ulteriore. Si inizia con video dell’Italia nel 1943, per confermare che la Divina Commedia ha ancora una sua forza straordinaria nella contemporaneità. Se è arrivata fin qui, con la tecnologia del 2024 e le sue relative novità, forse in quel Divina dovremmo leggere anzitutto l’aggettivo Eterna. Le scenografie di Lara Carissimi, con le luci di Valerio Tiberi, creano una magia dalla quale il pubblico si lascia travolgere, immedesimandosi una volta di più nel viaggio che sembra di fare insieme ai due protagonisti.

Massimiliano Beneggi