È automatico il 29 settembre, ogni volta, da 51 anni, per tutti: quando si guarda il calendario e si vede che giorno è si inizia a canticchiare “Seduto a quel caffè io non pensavo a te…”. La celebre canzone, uscita per la verità nel mese di marzo, scritta nel 1967 da Battisti e Mogol per l’Equipe 84 che ne fece una versione con accorgimenti psicodélici di Vandelli, che vendette 550 mila copie narra infatti una storia (immaginaria?) accaduta proprio il 29 settembre, che è poi la data di nascita della ex moglie di Mogol. Il protagonista, che si trova già nel 30 settembre, si risveglia consapevole di un tradimento ai danni della sua donna, vera luce della sua vita al contrario della compagna della sola notte del 29 settembre, quando abbagliato dalla bellezza della ragazza si era lasciato andare dimenticando la sua amata. Il pentimento si mischia con la voglia di dimenticare e fare finta non sia successo nulla, ma il tormento è tanto più forte quanto più ora torna a pensare alla sua amata e prova a spiegarsi cosa e perché sia accaduto il 29 settembre, quando seduto al caffè non pensava che a quell’abbaglio, a quel prossimo tradimento.
Il brano fu poi ricantato da Battisti che, su insistenza di Mogol, lo propose nel suo primo album di debutto due anni dopo, con l’ansia battistiana convinzione di sempre che la sua versione fosse migliore delle altre. Di sicuro fu la più fedele a quella scritta originalmente; ecco qua le due differenti versioni, che sembrano l’una la cover più moderna di quella che uscì in realtà due anni dopo, decisamente più melodica. Voi quale preferite?
Guarda non ne sapevo nulla eppure di annetti ce ne ho pure io. Grazie 😀😀😀
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