A 41 anni dal suo debutto a Milano alla Palazzina Liberty, torna a teatro dall’11 al 16 dicembre al Sala Umberto di Roma il monologo scritto da Franca Rame e Dario Fo, Tutta casa, letto e chiesa. Nato all’epoca in appoggio alle lotte del movimento feminista, è sconcertante come questo testo rimanga attualissimo nel 2018. A interpretarlo questa volta, sotto la regia di Sandro Mabellini, la bravissima Valentina Lodovini, che ricorderà come non basti un marito con un lavoro agiato per essere felici: in questo spettacolo si parla tanto di umanità, dell’importanza di sentirsi amati, perché tutti abbiamo questo diritto che deve essere a tutti gli effetti un patrimonio della nostra esistenza. A poco serve la festa dell’8 marzo se si ricorda la bellezza della donna solo in quella data: questo bellissimo spettacolo sottolinea con forza l’unicità della sensibilità femminile, e al termine di questo ci si ritrova a capire come certe battaglie siano tutto meno che qualcosa di banale o eccessivo come troppo frequentemente alcuni pensano.

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Tutta casa, letto e chiesa è uno spettacolo sulla condizione femminile, in particolare sulle servitù sessuali della donna. Si ride, e molto, ma alla fine resta addosso una grande amarezza. Il testo è tuttora allestito in oltre trenta Nazioni: la condizione della donna, purtroppo, è simile ovunque.

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Il protagonista assoluto di questo spettacolo sulla donna è l’uomo. Meglio, il suo sesso! Non “in carne e ossa”, ma è sempre presente, enorme, che incombe… e che schiaccia le donne! Le donne… sono anni che si battono per la loro liberazione, chiedendo parità di diritti con l’uomo, parità sociali, parità di sesso… E quando mai! Le donne non arriveranno mai ad uguagliare l’uomo in questo campo. È del tutto utopistico sperarlo… anche per un fatto anatomico. Donne rassegnatevi! Anche agli albori del secondo millennio le donne sono sottomesse alla cultura del c****… del sesso del maschio!
Dopo la presentazione del protagonista maschile, veniamo ai personaggi femminili.

Nel primo brano, una donna sola, troviamo una casalinga, la casalinga per antonomasia, che ha tutto all’interno della sua famiglia, meno la cosa più importante: la considerazione, l’essere trattata come una persona, in individuo e rispettata in quanto tale, non solo usata come oggetto sessuale e come domestica senza stipendio né pensione. Abbiamo tutte la stessa storia è la rappresentazione di un rapporto sessuale tra un maschio e una femmina… Mimato, per carità! Un rapporto sessuale con la donna – ahinoi! – subalterna all’uomo, come succede quasi sempre. Terzo brano “Il risveglio”. Qui abbiamo una donna, un’operaia, sfruttata tre volte: in casa come donna tuttofare, in fabbrica e a letto.
Non poteva mancare questo personaggio nella nostra galleria: personaggio “portante” nella nostra società.