Diciamoci la verità, difficilmente le giurie sanremesi ci hanno dato soddisfazioni, anche quando a votare c’erano solo le giurie demoscopiche o il televoto, che premiava i vincitori dei talent della De Filippi. Tutto facile negli anni ‘80, quando la musica italiana si fondava essenzialmente solo su Sanremo e i brani bellissimi, poi storici, erano sempre almeno cinque o sei per ogni edizione. Negli altri casi vigeva la regola per cui fosse meglio arrivare negli ultimi posti, o secondi. Insomma, tutto fuorché vincere, che, oltre a non essere di buon auspicio troppe volte, portava a tante critiche. Poche volte però il pubblico ha contestato come sabato scorso la scelta della giuria, che ha escluso dal podio la grandissima Loredana Berté, vincitrice morale con Ultimo. I casi precedenti più eclatanti sono senza dubbio tre.
Nel 1993 Renato Zero torna a Sanremo con Ave Maria, si classifica quinto, ma il pubblico lo vuole vincitore. All’annuncio del suo piazzamento la platea dell’Ariston fischia, e Pippo Baudo da vero padrone del Festival si impone dicendo “La giuria è sovrana, andiamo avanti, comando io!”. Altroché l’imbarazzo di Baglioni e compagni. Il pubblico addirittura arriva però a fischiare Grazia Di Michele e Rossana Casale arrivate terze, e grida il nome di Renato all’unanimità. Pippo va avanti per la sua strada, ma il pubblico si fa sentire. Vincerà comunque Ruggeri con Mistero e sarà leggenda della musica italiana.
Nel 2010 la polemica è dell’orchestra che mette in scena una plateale protesta che passerà alla storia per essere contro il secondo posto di Pupo e Filiberto con Italia Amore mio, in realtà pochi hanno voluto ricordare nel tempo che quella piazzata fu contro il mancato podio di Malika Ayane, la preferita dagli orchestrali, che quell’anno avevano una percentuale di diritto di voto.
2014, le giurie di qualità fanno vincere Arisa con Controvento ma il pubblico rumoreggia sul quarto posto di Francesco Renga con Vivendo adesso. La protesta prende vigore a Domenica In, quando il grande Paolo Limiti, il più esperto conoscitore dei gusti musicali, si schiera dalla parte di Renga e annunciandolo come il vero vincitore morale. Mangiarotti scuote la testa, il pubblico applaude Limiti e inneggia il nome di Renga.
Massimiliano Beneggi