La più grande cantante italiana di sempre compie oggi 80 anni. Annamaria Mazzini, o per meglio dire Mina, festeggia così in questo clima di assoluta stranezza e preoccupazione per il mondo un importantissimo compleanno. Non è mai educato ricordare l’età di una donna, ma se settimana scorsa abbiamo fatto gli auguri alla 159enne Italia, sarebbe perlomeno ingiusto non omaggiare l’interprete italiana per eccellenza. Di cui andiamo giustamente orgogliosi nel mondo.
Potrebbe sembrare difficile raccontare un’icona che da oltre quarant’anni si è ritirata dalla scena pubblica in modo intelligente e fantasioso, tanto da conservare intatto ancora oggi il dubbio se lasciò la televisione per alcune polemiche con i giornalisti o per strategia di una sovraesposizione da evitare. Eppure Mina è la cantante di cui si possa narrare ogni miglior aggettivo nonostante questa voluta e convinta assenza che non le ha impedito di rimanere la numero uno della musica italiana.
Protagonista assoluta della nostra canzone, e quindi del piccolo schermo degli anni ’60 e ’70 in cui imperversava nelle trasmissioni del sabato sera con movenze e abiti da diva rimasti fondamenti dell’antropologia televisiva, la generazione degli anni ’80 l’ha conosciuta direttamente solo attraverso la voce. Tutti però, giovani compresi, riconoscono in lei una sorta di statua vivente da venerare. E non solo per la storia che ha fatto, ma anche per quella che continua a fare ai livelli dell’incredibilità: ascolti dal 2010 le cantanti emerse dai talent, tutte con la medesima voce come fossero replicanti, poi ti arriva ancora Mina e in extremis con Luna diamante ti regala una delle perle più preziose del decennio.
Mina, la cantante più imitata da chiunque voglia cimentarsi in una caricatura e più inimitabile per chiunque tenti di avvicinarsi alle sue qualità vocali, è La musica italiana per eccellenza. Capace di emozionare anche canticchiando due note in uno spot televisivo, iniziò la sua carriera con brani divertenti e orecchiabili come La banda, per poi avere una svolta nel 1960 con Il cielo in una stanza.
Da quel momento rifiutò tanti brani allegri, spesso frutto di cover da successi stranieri, che le venivano proposti da Paolo Limiti, uno dei suoi principali autori di fiducia. Li trovava ormai eccessivamente scanzonati. Per fortuna il paroliere milanese insistette più di una volta e le affidò brani passati alla storia come Sacumdì, Sacumdà e Dai dai domani, ma anche autentiche poesie come Bugiardo e incosciente e La voce del silenzio.
Cantante istrionica, divertente, passionale e intensa, Mina rimane il modello di ispirazione e di riferimento: “E’ brava, ma non è Mina”, “Ricorda Mina”, sono frasi che ci capita di sentire ormai ripetutamente da anni quando approda sulla scena musicale una nuova voce. Tutti vorrebbero essere Mina, ma una sola è davvero Mina. Formidabile in vocalizzi che, al contrario di quelli proposte dalle colleghe venute dopo di lei, non sono mai apparsi sguaiati né irritanti, Mina non ha mai nascosto di essere Brava tanto brava, ma non ha mai smesso di essere umile. Fu proprio lei, infatti, a valorizzare i colleghi nelle sue trasmissioni del sabato sera che mettevano al centro l’ospite d’onore con cui duettava, e a cui lei dava sempre quel valore aggiunto e altrimenti inarrivabile. Fu lei a riconoscere Mia Martini come il talento più puro negli anni le case discografiche giocavano a fare gli struzzi con la cantante calabrese.
Mina è la conferma che non bisogna urlare per arrivare con una voce potente al cuore di chi ascolta; non occorre essere in video costantemente con stories che raccontino 24 ore su 24 cosa si fa in casa con il bambino di 2 anni per affermarsi nel tempo; non serve fare la collezione di innumerevoli concerti all’estero per soddisfare la propria autostima con fans improvvisati; non bisogna essere giudici di un talent per essere la perfezione; non è utile provare un grande palcoscenico se prima non si è provata la gavetta. Se tutto questo non vale nemmeno quella che è davvero Mina, figuriamoci per chi non lo è.
Sempre superlativa, persino nei titoli delle canzoni: per lei Ancora diventa Ancora ancora ancora, e naturalmente non è mai stata semplicemente Grande, ma Grande grande grande. Per l’occasione, persino i suoi 80 anni sono superlativi più di quelli di chiunque altro: abbiamo la possibilità, più che mai stando a casa, di ascoltare le sue meravigliose canzoni, di godere della sua voce. Sì, ascoltare Mina è un vero godimento delle orecchie. Non si offendano le teenagers starnazzanti che girano nei locali di karaoke interpretando il più classico dei duetti per eccellenza: Acqua e sale la si può canticchiare sotto la doccia, quando c’è in ascolto solo la parete del bagno. I brani di Mina e Celentano andrebbero messi al bando nei karaoke e lasciati cantare solo agli originali: anche l’orecchio ha voglia di godere completamente, senza costringendosi alla frigidità.
Tanti auguri inimitabile, unica, grande, umile, perfetta, godibile Mina.
Massimiliano Beneggi