Martedì 12 maggio andrà nuovamente in onda, in prima serata su Raiuno, Io sono Mia, la fiction prodotta da Luca Barbareschi e interpretata da una stupenda Serena Rossi nei panni di Mia Martini. Impressionante la somiglianza nei gesti e nelle espressioni che l’attrice è riuscita a rievocare. La prima volta, a febbraio dello scorso anno, quasi 8 milioni di telespettatori, per uno share del 31%, videro il film denuncia con cui la Rossi, su consulenza di Loredana e Olivia Bertè, ha voluto dire grazie e scusa a Mimí. Una storia particolarmente amara quella di Mia Martini, che tutti abbiamo sempre conosciuto ma di fronte alla quale è sempre stato più facile per troppa gente insabbiare le colpe che il mondo dello spettacolo ha avuto nei confronti di una delle più grandi voci di sempre.
La fiction parte da un flashback nelle 48 ore prima del grande rientro sanremese del 1989 quando Mia arrivò solo nona con Almeno tu nell’universo. Mimì non era però certamente tornata a Sanremo, dopo il suo ritiro per le accuse infamanti di portare jella, con obiettivi di classifica. L’amico Bruno Lauzi la convinse a tornare e a superare quelle paure di perdere nuovamente la voce persino davanti a un pubblico che c’era sempre stato ma non aveva potuto applaudirla per troppi anni.
Non si tratta di una vera e propria biografia, ma di un racconto a tratti allegorico anche a causa di alcuni protagonisti che purtroppo non hanno dato il loro consenso a essere citati costringendo a qualche ritocco narrativo (la storia con Fossati è trasformata nella love story con un fotografo e l’amicizia con Renato Zero è diventata quella con tale Antony) ma i personaggi sono assolutamente riconoscibili, almeno nel significato che si vuole dare. Perché il film è innanzitutto appunto una denuncia, che restituisce la dignità a una eccezionale artista. Non ci restituisce però, ahimè, Mia Martini.
Non sono raccontati gli ultimi 6 anni di vita di Mimí, quelli del riscatto, in cui poté riaffacciarsi al suo pubblico anche in tv, con memorabili canzoni come La nevicata del ’56, Gli uomini non cambiano, Stiamo come stiamo, Cummè, ma il suo animo era già troppo afflitto dalle cattiverie che la assediarono per invidia negli anni raccontati da Serena Rossi.
Gli incidenti, le gelosie, la precisione di un’artista fragile, i pianti, le rotture con le case discografiche, fino a quell’emozionante ritorno sul palco sette anni dopo.
Io sono Mimì rappresenta una delle migliori fiction Rai degli ultimi anni, sebbene la storia avrebbe forse meritato di essere raccontata in due puntate per non rendere troppo sommaria la vita della cantante, specie negli anni del grande successo che le valsero i complimenti di Mina che la riteneva la migliore in circolazione. Resta però una storia struggente, intensa. Purtroppo vera. Già, una vita che sembra quella di una fiction e invece è dannatamente vera. Martedì 12 maggio in prima serata su Raiuno la rivivremo. Intanto clicca qui per votare la tua fiction preferita della stagione 2019/2020!
Massimiliano Beneggi