“Abbiamo un occhio di attenzione per i nostri artisti, che ci fanno tanto divertire e ci fanno tanto appassionare“. Voleva essere un omaggio, un complimento alla categoria degli artisti quello del Premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa di giovedì, ma i tempi non sono quelli della più facile predisposizione alla parola senza che venga soppesata. E così per la frase infelice sono sorte polemiche a non finire.
INDENNITA’ DI 600 EURO AGLI ARTISTI
Il governo, finalmente, ha parlato dello spettacolo, specificando che tutti i lavoratori iscritti al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo che nel 2019 hanno versato almeno 7 giorni di contributi avranno l’indennità di 600 euro sia per aprile che per maggio. Verrà quindi creato un fondo da 50 milioni di euro da destinare alla tutela, fruizione e digitalizzazione del patrimonio culturale del Paese.
Stanziamenti che senz’altro fanno bene all’Italia che dovrà ripartire dalla cultura sebbene ancora non sia proferito verbo in merito alla riapertura di teatri e cinema, nonché della ripartenza di eventi come spettacoli e concerti. Ma per quello, forse, bisognerà attendere di capire la risposta degli italiani (e del virus) con la fase 2.
LE POLEMICHE
Parole che però fanno discutere proprio per quell’appellativo di artisti che fanno tanto divertire. Una frase che ha scatenato tanta rabbia. Non solo in chi, come Luca Bizzarri, sa bene che la comicità sia un’arte da difendere per la sua capacità di raccontare diversamente ciò che esiste di tragico (e ha voluto infatti rimarcare su Twitter la frase con la firma G.Conte, come una di quelle citazioni epic fail da evitare), ma anche, ovviamente, in artisti che di comico non hanno nulla. Per esempio i musicisti.
Enrico Ruggeri, con la sua proverbiale capacità di pungere ironicamente, ha scritto su Twitter ricordando una sua canzone: “Gaber, Jannacci, Faletti. Tre signori che ci hanno ANCHE fatto divertire. E molto: ma c’era tanto di più. Una frase così volgare l’avrebbero seppellita sotto a un altro sorriso”.
Paola Turci ha ribadito: “Le parole sono importanti, va ridetto”. Più duro Claudio Coccoluto, “I nostri artisti fanno ridere, ma mai quanto il tuo scribacchino Casalino”. L’attrice Carolina Crescentini non è andata leggera: “Sò contenta che facciamo tanto divertire e appassionare, ma ricordati che senza ‘sto intrattenimento placa emozioni c’era la guerra civile sotto casa”. Vittorio Sgarbi ha postato: “Offesa profonda e irrispettosa per una categoria che più di ogni altra sta subendo gli effetti di una politica scellerata”.
Da settimane si attendevano risposte e parole del governo per lo spettacolo e la cultura. Sono arrivate, ma forse confermano una volta di più l’importanza che avrebbe un po’ di cultura in più in questo Paese, dove persino nei Palazzi si usano le parole senza conoscerne davvero i significati.
Massimiliano Beneggi