Un refuso editoriale, alquanto curioso, quasi clamoroso considerando che prima di arrivare in libreria un’opera deve passare per diversi accurati controlli. Da qualche giorno è infatti uscito il secondo libro di Achille Lauro, 16 marzo, edito da Rizzoli, che già aveva lanciato lo scorso anno Sono io Amleto. Subito l’opera letteraria, che è un viaggio poetico negli stati d’animo dell’artista in una visione onirica tra paura e coraggio che si scontrano spesso tra loro, è arrivato ai primi posti delle classifiche dei libri più venduti. Lauro, dopo il secondo successo commerciale consecutivo di Sanremo, conferma quindi una particolare sensibilità al racconto metaforico con cui piano piano svela sempre più qualcosa del suo singolare, misterioso e amato personaggio.
A causa di un errore della segreteria di Achille Lauro, però, nelle prime copie vendute risulta una prefazione di Gino Castaldo. L’autorevole giornalista, però, non ha scritto alcuna prefazione, di cui non si conosce quindi la reale firma. Come sia potuto accadere resta quindi un grande e inspiegabile mistero. Nelle prossime edizioni sarà citata invece una frase di Castaldo, che intervistò Lauro e da sempre apprezza l’eclettico artista di Me ne frego, sull’uscita di C’est la vie, il brano di Lauro che racconta il cinismo dell’amore. Il cantautore ha trovato nel frattempo la sua nuova dimensione e, dopo avere portato virtualmente David Bowie a Sanremo con un travestimento formidabile, ora sembra pronto per una seconda fase della sua vita. Sempre con audacia e provocazione ma con maggiore maturità.