Purtroppo non è una delle sue commedie teatrali. Gigi Proietti, muore nel giorno del suo 80esimo compleanno. Chissà quante volte avrà scherzato sopra questo compleanno nel giorno della commemorazione dei defunti. Ha voluto uscire di scena in modo sorprendente come al suo solito. Questa volta, però, non ci fa proprio ridere.
Doveva essere una giornata esclusivamente di festa, per la celebrazione dei suoi 80 anni, invece proprio ieri sera si era appreso dell’aggravarsi delle sue condizioni. Era ricoverato da qualche giorno per problemi cardiaci.
L’attore, nato il 2 novembre 1940, esordì nel 1963 a teatro con Giancarlo Cobelli nel Can Can degli italiani. Successivamente, dopo vari ruoli in spettacoli di autori quali Aristofane, Shakespeare, Molière, nel 1965 arriva la svolta con il regista Antonio Calenda che lo fa diventare un protagonista assoluto. Recita così in Nella giungla di città di Brecht, Coriolano di Shakespeare, Il Dio Kurt di Moravia.
Nel 1970 è tra i protagonisti di Alleluja brava gente di Rascel, Modugno e Iaia Fiastri diretto da Garinei e Giovannini. Nel 1976 il suo spettacolo più famoso: A me gli occhi please è uno dei primi one man show che farà da scuola a tanti attori, e che segna il suo debutto alla regia. Dagli anni ’80 si dedica anche a opere liriche dove fino al 2010 dirige la Tosca, il Don Pasquale, Le nozze di Figaro, il Don Giovanni, il Nabucco e la Carmen.
Per tanti anni, fino alla rottura improvvisa nel 2007, è direttore del Brancaccio di Roma.
Tra spettacoli di Goldoni, Luigi Magni, Neil Simon, e un indimenticabile Cyrano de Bergerac di Rostand, Proietti raramente verrà quindi diretto da altri registi, fatta eccezione per poche importanti messe in scena come l’Edipo re di Sofocle dove, nel 1981, lavora con Vittorio Gassman.
E in effetti mano a mano sembra sempre più l’erede artistico del grande mattatore, aiutato dal suo straordinario timbro di voce baritona e riconoscibilissima.
Prima voce di Stallone in Rocky ( suo il mitico doppiaggio nel grido ‘Adriana!’ della prima edizione), Proietti doppia grandi attori come Costner, Piccoli, Marlon Brando, Gregory Peck ma soprattutto Robert De Niro e Ian Mec Kellen, di cui diventa la voce ufficiale in diverse pellicole.
Maestro di spettacolo, e in particolare di quel teatro portato anche sul grande schermo, con eccezionale mestiere tipico solo dei veri professionisti. Grazie alla sua mimica e al sorriso sornione, l’attore romano conquista anche il cinema, dove esordisce giovanissimo a 15 anni in Il nostro campione di Vittorio Duse. È nel 1964 che torna sul grande schermo con Ettore Scola in Se permettete parliamo di donne.
Tra i protagonisti di Brancaleone alle crociate di Monicelli, recita in diverse pellicole e nel 1976, anno fondamentale della sua carriera, viene diretto da Steno nella sua più storica interpretazione cinematografica: Febbre da cavallo. Tantissimi ruoli, ambitissimo da vari registi, l’ultima apparizione al cinema risale al 2019 nei panni di Mangiafuoco nel Pinocchio di Matteo Garrone.
Inimitabile showman televisivo, potrebbe condurre con grande successo un Festival di Sanremo dove invece ha partecipato da ospite ma soprattutto in gara nel 1995 con Peppino Di Capri e Stefano Palatresi cantando Ma che ne sai se non hai fatto il pianobar. In effetti la sua carriera lo ha visto anche quale amabile chansonnier in alcuni locali romani ai suoi esordi.
Pioniere anche delle amate fiction Rai tra sentimento e commedia. Negli anni Novanta incredibile il successo dello sceneggiato Il maresciallo Rocca sulla Rai, a cui seguiranno altre 4 serie dopo un buon riscontro anche in Italian Restaurant di Giorgio Capitani. Sarà poi, per due stagioni, L’Avvocato Porta su Mediaset.
Proietti è il più grande protagonista del nostro spettacolo, nessuno come lui può vantare una poliedricità simile, capace di esprimersi anche nei cartoni animati. Non solo storica voce del Gatto Silvestro, infatti, ma soprattutto vero protagonista di Aladdin dove il Genio nel film Disney sembra prendere esattamente la sua personalità in una interpretazione memorabile.
Una carriera incredibile, resa ancora più importante dalla sua straordinaria umiltà superiore anche alla consapevolezza di essere la storia del nostro spettacolo.
Quelli che dovevano essere degli auguri festosi diventano ora dei ricordi che ci lasciano tanta tristezza. Oggi, 2 novembre 2020, è un giorno doloroso per tutto lo spettacolo.
Massimiliano Beneggi