C’è un talento eccezionale nel panorama musicale italiano, che merita di essere esaltato per le doti artistiche e per il coraggio. Serena Rigacci, classe 2002, dopo gli esordi a Ti lascio una canzone e il secondo posto a X-Factor Ungheria, ha sviluppato sempre di più la sua voce melodica, che è una di quelle che potrebbero interpretare qualunque genere.
Per due anni protagonista del musical La Sirenetta nei panni di Ariel, al fianco di Fiordaliso, la voce soave e potente di Serena potrebbe cantare nella sua straordinaria estensione brani dei Matia Bazar o persino di Mina. Senza temere paragoni.
Il coraggio di questa ragazza pisana, invece, vira per ora su un progetto completamente differente, e nella sua imprevedibilità e poliedricità ora sconfina con una serie di collaborazioni con i big della musica rap internazionale. Determinata ma, come emerge dalle sue parole, con tanta voglia di imparare dai grandi. Non male in un mondo che ha insegnato a tanti giovani la presunzione al primo urlo di fronte a un microfono.
Lo scorso mese è uscito Overseas, in duetto con Alkaline feat Famous Dex. Il brano, nato in lockdown la scorsa primavera, coniuga creatività e tecnologia unendo tre generi diversi e dando origine a una vera novità nel mondo musicale. Lei, che ama le sfide, ci racconta come ha deciso di mettersi a confronto con questa nuova realtà. Un progetto ambizioso e originale.

Serena, partiamo proprio da Overseas. Un progetto che nasce da qualcosa di già esistente per creare una novità assoluta. Tre anime musicali completamente diverse che si uniscono.
Il titolo della canzone sottolinea proprio che si tratta di un brano creato, come dice il titolo, da tre artisti oltremare: io sono italiana, Alkaline è della Jamaica, Famous Dex di Chicago Chicago. Sono quindi state unite tre diverse sfaccettature in un’unica canzone. Io ho portato l’hip hop, Famous Dex il trap, Alkaline il soul.
Qual è il senso più profondo del brano?
Le canzoni trap non hanno spesso grande spessore sotto il punto di vista delle parole, ma qua vogliamo lanciare un preciso messaggio: durante la quarantena siamo riusciti a creare una canzone senza avere a disposizione uno studio, portando tre generi musicali diversi. Si traduce in una dance urban trap.
La trap è spesso sotto l’occhio del ciclone per i suoi contenuti e per l’utilizzo dell’autotune. Non hai paura a confonderti con un genere che esalta meno di altri il tuo incredibile talento?
Ho sempre ascoltato tutta la musica possibile: dalla musica classica alla trap. Mi piacerebbe quindi potere spaziare come artista tra più generi in modo molto versatile. Mi piace essere contaminata da altri mondi, sperando sempre di essere comunque riconoscibile in ciò che faccio.
Ti conosciamo da quando, bambina, sei partita con Ti lascio una canzone. Come proseguirà ora questo progetto?
Sono in programma quattro uscite, a cominciare già da settimana prossima. Il 13 novembre infatti uscirà un feat con Lil Tjay. Quindi un feat con Soulja Boy il 18 dicembre; il 12 febbraio uscirà un altro singolo con Trippie Redd e il 19 marzo con French Montana.
Sai suonare chitarra e pianoforte, sai ballare, recitare. E hai una voce melodica che tante ragazze ti possono solo invidiare. Perchè punti solo sulle canzoni straniere?
Ci stiamo proiettando più verso l’estero con questo progetto in effetti, ma presto faremo delle cose anche italiane. Ora come ora l’intenzione è di sperimentare rispetto a tutto ciò che è già stato fatto a livello di cover. A volte scrivo qualcosa, e mi piace tenere lì alcune idee imparando. Insieme al mio produttore guardiamo tutti i processi e prendo parte alla costruzione della canzone. Quando mi viene in mente qualcosa lo propongo, quindi sicuramente verrà fuori qualcosa di più melodico. Per ora aspettiamo…
Massimiliano Beneggi