E’ uscito da settimana scorsa l’Inno della pettegola, il singolo di Dario Gay che vede la partecipazione di Mauro Coruzzi nei panni della sua amata Platinette. Nel videoclip tante guest star, a cominciare da Maria Giovanna Elmi che introduce il filmato nella sua veste di annunciatrice Rai.
Tanta ironia, ma anche tanta qualità nella canzone arrangiata da Marco Guarnerio e scritta dallo stesso Dario Gay con Giovanni Nuti. Ritmo mambo orecchiabile e ballabile che alla fine convince chiunque a cantare: “Io sono pettegola”. Danno il colpo di grazia alle illusioni di essere indenni al pettegolezzo le parole di Giancarlo Magalli, presente al termine del video, che ricorda: “Una cosa è certa: non siete capaci di farvi I fatti vostri”, citando la storica trasmissione che lo vede al timone da anni.
E’ così: siamo tutti soggetti al pettegolezzo che, per dirla con Nietszche, è un modo per distrarsi e non pensare alla propria vita ma che alimenta anche la costante infelicità di un’esistenza che inevitabilmente non si movimenterà mai.
Inno alla pettegola, però, come dice il titolo, è un omaggio. Un manifesto della spontaneità e della voglia di guardare con leggerezza a ciò che ci viene talvolta proposto in televisione come argomento centrale.

Dario Gay, che da tempo aveva riposto in un cassetto questa canzone edita anni fa, ci racconta quindi il suo rapporto con il pettegolezzo. A partire dalla dedica dichiarata di questa canzone alla mitica Franca Valeri, personaggio straordinario scomparso quest’estate e che nei suoi personaggi ha saputo fare della simpatica chiacchiera telefonica tra amiche un orgoglioso e irrinunciabile manifesto esistenziale. Tanto che la figlia di Franca, Stefania Bonfadelli, ha deciso di dare il proprio sostegno al progetto.
Come nasce l’omaggio a Franca Valeri?
E’ stato Mauro (Coruzzi, ndr) a pensare subito al filo del telefono di Franca. Quando gli ho fatto ascoltare il brano a luglio lui ha riconosciuto subito nel personaggio della canzone il tipo di “pettegola” raccontato dalla Valeri. Si parla del pettegolezzo leggero e appena malizioso, ma non dannoso. Quando mi ha fatto notare questa vicinanza in effetti mi sono accorto che era così, e ora vedo anch’io nella canzone la presenza di Franca Valeri: un personaggio meraviglioso, unico al mondo, che amiamo entrambi e di cui conosco a memoria tanti monologhi.
Come si distingue il pettegolezzo leggero da quello dannoso?
Dagli argomenti di cui si parla: il pettegolezzo nasce nell’antica Roma quando i guerrieri si radunavano intorno al fuoco dopo le battaglie spettegolando sul comandante di turno, di cui si vociferava a proposito di prodezze sessuali. Questo è il tipo di pettegolezzo piccante senza essere dannoso e che diventa anzi divertente. Quando invece si entra nella calunnia e nella diffamazione si va su altri territori, oggi purtroppo molto battuti dai social.
Oggi in effetti i social sono un aiuto per proporsi a livello artistico, ma nello stesso tempo creano possibilità di espressione alla cattiveria di chiunque si senta in diritto di commentare, credendosi artista a sua volta. Quale dei due lati opposti della medaglia prevale?
Non ho paura per me: lascio aperti i commenti a tutti, spesso prestando il fianco a commenti molto cattivi. Basta esprimere un pensiero che si scolli dal pensiero generale per essere attaccati. Ma non mi fa paura perchè so difendermi. Mi spaventa invece l’uso dei social per i ragazzini più giovani, perchè è uno strumento di adescamento: si sentono tante storie drammatiche di persone che hanno messo in rete video privati di ragazzi che successivamente si sono suicidati. Questo meccanismo scatenato anche dai social è inquietante.
Da quali commenti ti sei dovuto difendere?
Sono stato definito omofobo interiorizzato e fascista solo perchè, parlando del Gay Pride, ho dichiarato di non sentirmi rappresentato da certe forme di manifestazione eccessive, ma lo ribadisco. Il modo più giusto per rivendicare dei diritti sacrosanti non è manifestare col sedere scoperto. Qualcuno mi ha insultato persino per avere fatto un duetto con Platinette, solo perchè recentemente aveva dichiarato delle cose contrarie all’idea di qualcuno: assurdo, è una persona stupenda, speciale, che in alcuni casi magari la pensa diversamente da me, ma questo non inficia il rapporto!
Il brano era nel cassetto da tempo. Come mai esce adesso e come mai hai scelto Platinette per affiancarti?
L’avevo scritto da diverso tempo con Giovanni Nuti, e lo avevo inciso in un album in una versione che non mi era piaciuta sin dall’inizio, tanto che era rimasto nel dimenticatoio. Ho sempre pensato che avrei voluto rivalutarlo, e da tempo pensavo a Mauro Coruzzi: nessuno più di lui potrebbe parlare in prima persona di una pettegola. E lui non ci ha pensato un attimo quando gli ho proposto di partecipare.

Come si uniscono una grande ironia di ospiti straordinari e divertenti con una grande qualità artistica che vede la produzione persino di Marco Guarnerio?
Marco è il mio produttore artistico, un grande musicista che ha voluto giocare col reaggaeton, un genere molto di moda specie in estate. Abbiamo scherzato in questo senso, usando anche l’autotune, a cui io sono contrario generalmente: qua si prestava l’occasione per farlo perchè c’è tanta ironia nella musica, nel testo e nell’arrangiamento. E infatti il videoclip racconta una specie di piccolo film: storie di amanti che si intrecciano, storie peccaminose che fanno parte del pettegolezzo che ci diverte. Ci sono persone molto simpatiche come Maria Giovanna Elmi, Giancarlo Magalli, Massimiliano Rosolino.
Ci sono anche personaggi molto giovani e molto social per l’appunto: Emanuela Tittocchia, Alessandra Monti e Melissa Gilardi. Chi degli ospiti del video ti ha sorpreso di più?
La Gilardi è una ticktocker stupenda che ho voluto a tutti i costi perchè la sua presenza strizza l’occhio alla comunicazione moderna: un mondo nuovo per noi.
E’ stato un 2020 che ha consentito a molti di vivere di gossip e social. Qual è stato il pettegolezzo più divertente di questo anno particolare?
In tutte le trasmissioni si sente un pettegolezzo continuo, ma a me non colpiscono molto perchè spesso riguardano persone che non so nemmeno chi siano. Mi divertono di più i pettegolezzi sui classici, tipo i reali di Inghilterra: altrimenti cambio canale, piuttosto preferisco sentire i pettegolezzi della mia portineria sulla signora del quinto piano o del pian terreno…
Massimiliano Beneggi