Clamoroso retrofront di Franceschini: “Biglietti nominativi per riaprire i teatri”

Oggi, 22 febbraio 2021, dalle 19.30 alle 22 tanti teatri a Milano accenderanno le luci simbolicamente e riabbracceranno il loro pubblico, pur senza avere la possibilità di aprire le porte. L’iniziativa, dopo tanto inaudito silenzio anche da parte dei Palazzi, si chiama proprio Facciamo luce sul teatro. Anche nella protesta, il sipario mantiene la sua eleganza.

Dopo un anno dall’inizio della pandemia, appare sempre più assurda la chiusura dei teatri, prima attività a chiudere insieme ai cinema nel febbraio 2020. Ieri sul Corriere della Sera il Ministro della Cultura, Dario Franceschini, risponde così in un’intervista a Paolo Conti:


La chiusura di teatri, cinema e sale da musica è stato un dolore, ma inevitabile. Abbiamo cercato di accompagnare con misure straordinarie, attraversando questo deserto, i tanti mondi legati al cinema, al teatro, alla musica sostenendo imprese e lavoratori. Una realtà che non ha mai conosciuto ammortizzatori sociali ha avuto la cassa integrazione per i dipendenti e sostegni per i tanti lavoratori precari o intermittenti. Un lungo elenco di interventi che non bastano, lo so perfettamente: li sto riproponendo in modo consistente per il nuovo decreto Ristori. Finché non lavorano, occorre sostenere gli operatori del settore al di là del tipo di contratto che avevano. Ma ora bisogna ragionare della riapertura.

Sui tempi sembra avere le idee chiare:

Siccome l’Italia è l’Italia vorrei che fossimo i primi a riaprire. L’operazione va fatta non con i proclami né con gli annunci ma per passi possibili. (La sicurezza) è una assoluta priorità. Ma in questi mesi abbiamo capito che i luoghi più pericolosi sono quelli dove ti togli la mascherina: ristoranti, bar, case private. Nei teatri e nei cinema, già nella riapertura estiva, c’erano misure di sicurezza molto rigide che si sono rivelate efficienti: mascherina, distanziamento, igienizzazione delle mani, sanificazione dei locali.

Quindi l’affermazione rispetto alle misure da seguire per le possibili riaperture. Clamorosa se si pensa che fino all’altro ieri il Ministro ha fatto ben poco per aiutare concretamente i teatri. Perchè non ragionare su ipotesi simili anche nei mesi scorsi?

Potrebbero essere i biglietti nominativi, la tracciabilità delle persone, le mascherine Ffp2. Mi confronterò poi collegialmente col governo, perché non sono certo io a decidere da solo, e col Cts per individuare tempi e modalità. Però penso che teatri e cinema, con severe e adeguate misure, siano più sicuri di altri locali già aperti oggi. E credo che l’Italia, più di altri Paesi, abbia bisogno come l’ossigeno di tornare ad avere un’offerta culturale. Lo ha detto bene il presidente Draghi. Le città italiane senza teatri e cinema e le piazze senza musica sono più tristi: così l’Italia non è l’Italia. Come è stata fatta un’eccezione per le librerie, inserite tra i primi servizi a riaprire per una evidente ragione culturale, spero si possa fare lo stesso ragionamento per i luoghi dello spettacolo

Insomma, poche idee. Ma ben confuse. I teatri, laboratorio di creatività, meritano ben altro trattamento. E’ ora di fare luce (e chiarezza)!

Massimiliano Beneggi

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