Cosa sarà della televisione senza Enrico Vaime? Ora, che la figura dell’autore sta già via via scomparendo a favore di una moltitudine di format che piallano i programmi televisivi a fornire tutti la stessa offerta, che ne sarà del piccolo schermo?

Vaime, una delle penne più fantasiose, colte e geniali della storia Rai, lascia un’eredità che purtroppo negli ultimi anni nessuno ha saputo proseguire. Lui, autore di Quelli della domenica, Canzonissima, Tante scuse, Risatissima, La più bella sei tu, non aveva certo carenze di idee. Gli venivano naturali come a Barbara D’Urso viene spontaneo di far ripetere a un ospite straniero ‘Salutam ‘a soreta’.

Si è persa quella signorilità, quell’eleganza nel saper fare ridere e nello scrivere battute senza usare nè sproloqui ne retoriche volgarità che possano aspirare solo al podio de I nuovi mostri.

Eppure lo spettacolo di Vaime fa ancora storia: evidentemente funzionava.

Felicibumta, Anche i bancari hanno un’anima, La vita comincia ogni mattina, Gli attori lo fanno sempre, Bravo beati voi sono solo alcune delle rappresentazioni scritte da lui con Garinei e Giovannini. Tutte opere a cui attingiamo ancora a distanza di 50 anni quando vogliamo fare qualcosa di qualità.

E quando c’è la professionalità, automaticamente si sfornano eccezionali attori: con Vaime sono diventati grandi Enrico Montesano, Paolo Villaggio, Valter Chiari, solo per citarne qualcuno.

Pacato, ironico e attento al nostro costume come pochi altri sanno fare. Ultimamente solo Maurizio Costanzo lo sapeva omaggiare a dovere in terza serata, in quelle piacevoli chiacchierate con ospiti intelligenti che non frequentano certi altri salotti. Sì, in terza serata. Perché ci ostiniamo a non seguire l’esempio di un Autore che ha saputo essere innovativo e spiritoso fino alla fine, mentre noi colmavamo la chiusura del teatro con due appuntamenti settimanali del Grande Fratello o con sfiziosi tutorial per fare la spesa in modo sexy?

La tv sta ormai livellandosi all’idea che esista solo il trash, come se le trasmissioni non siano altro che l’alternativa a Instagram e a quelle odiose stories che presumono di creare ilarità in sketch poveri di contenuti. Ma ricchi di idiozia. La comicità è altra, è quella rappresentata da straordinari attori che studiavano copioni scritti da menti illustri. Quelli che osservavano il mondo e così riempivano un foglio bianco di tante battute.

Ora che Vaime ci ha lasciato, siamo davvero un po’ più soli. Ora dobbiamo davvero rimboccarci le maniche e pensare senza l’aiuto di un vero autore. Resta la sua enorme storia: da quella dovremo imparare, e con quella potremo ancora dire qualcosa di interessante. Ora tocca a noi ripristinare quella figura di Autore, che sappia scrivere spettacoli senza pensare ai social.

Ma perché dobbiamo accorgerci di questo sempre solo quando i Maestri non ci sono più?

Massimiliano Beneggi