Lunedì sera da Striscia la notizia è partita la provocazione che mancava: la nuova religione Testimoni di Gassmann.
In onore al grande Vittorio Gassmann si è creata così una nuova dottrina che richiede veri e propri atti di fede. D’altra parte, sostiene il promotore dell’iniziativa Roberto Lipari, in questo momento le chiese possono tenere aperto, a discapito dei teatri e dei cinema (le cui misure di sicurezza potrebbero essere tranquillamente quelle delle messe).
Con un decalogo di Comandamenti stilato insieme a Giobbe Covatta, i Testimoni di Vittorio si propongono provocatoriamente quindi di interpretare le attività teatrali come una religione. La cultura insomma è considerata valida solo se come autentico culto.
Una provocazione che ci voleva e che colpisce nel segno: le chiusure dei teatri durante questa pandemia sono sempre più incomprensibili. E chissà che qualcosa non si smuova anche questa volta: in un Paese dove Striscia e Le Iene fanno più giustizia delle forze dell’ordine e si dimostrano più corretti del Parlamento, forse serve davvero alzare la voce in questo modo, tra il serio e il faceto.

Ma ora la polemica di ingigantisce: è notizia di ieri infatti che per gli Europei di calcio gli stadi saranno aperti al 25% del pubblico. Tuona il presidente Fimi, Enzo Mazza, che inveisce: ‘Perché si possono tenere aperti gli stadi per 16 mila persone solo per le partite di calcio e non per i concerti?’. Già, perché questa disparità?
Come dite? Il calcio crea più introiti e interessi economici? Non siate malpensanti. Sicuramente è qualcosa di ragionato da gente che ha studiato…ma a cui non interessa più quella cultura insegnata nelle università. D’altronde tutto si spiega: in Italia, per molti, il calcio è una religione. Giusto aprire gli stadi per le partite della Nazionale…sia mai che il Dio Pallone si infervori.
E che succederà ora con i concerti previsti per l’estate? Al momento solo Vasco Rossi ha rinviato tutto al 2022, restano in dubbio tutti gli altri…
Massimiliano Beneggi